È indagata anche per abuso d’ufficio
Zappini è coinvolta nell’inchiesta (ancora aperta) su un concorso (annullato) per il Cue
TRENTO. L’inchiesta per truffa e peculato non è l’unica dove ricorrere in nome di Luisa Zappini, l’ex dirigente del Cue, infatti, è indagata anche in un altro procedimento - che è ancora in corso con le indagini assolutamente aperte - della procura ed è quello relativo al concorso per un funzionario tecnico (indirizzo telecomunicazioni) da assegnare al Servizio Centrale unica di emergenza (Cue). Un concorso contestato e poi annullato direttamente dalla Provincia in autotutela. Per la procura (pm Alessandra Liverani) il fatto che tutto sia stato cancellato, non cambia nulla, né relativamente all’apertura dell’inchiesta, né per la configurazione del reato che è quello di abuso d’ufficio. A «spingere» verso delle verifiche la stessa delibera che ha annullato tutte le operazioni svolte dalla commissione esaminatrice. Nella motivazione viene precisato come, sebbene «l'attività complessivamente posta in essere dall'Amministrazione sia stata svolta nella legittimità» e «pur apparendo dall'esame dei verbali come anche l'attività della Commissione di concorso risulti priva di vizi formali e procedurali», la struttura competente abbia «acquisito elementi che, coordinati fra loro, configurano l'esistenza di rapporti professionali e accademici sistematici e continuativi fra la Presidente della Commissione di concorso e alcuni candidati che, in relazione al supposto e potenziale conflitto di interesse», e alla luce della riverifica effettuata sugli atti precedenti alla procedura, «rendono necessario in via di prudenza e autotutela disporre la non approvazione dell'operato della Commissione e l'annullamento del concorso». Stando all’impostazione dell’accusa, la dirigente, in quanto dipendente provinciale, avrebbe dovuto prendere atto di quanto prevede la normativa sulle incompatibilità e gli obblighi di astensione e comportarsi di conseguenza, facendosi sostituire, una volta avuta lei contezza dei nomi dei partecipanti e del loro curriculum. Il fatto che fosse già a conoscenza delle capacità professionali dei candidati ancor più avrebbe dovuto suggerirle di lasciar giudicare a persone terze.