sanità

Tre donazioni multiorgano all’ospedale di Trento, nove le persone salvate

In quattro giorni tre persone decedute hanno donato gli organi. Episodi molto rari



TRENTO. Negli ultimi quattro giorni sono stati effettuati all’ospedale Santa Chiara di Trento tre prelievi multiorgano che hanno visto arrivare in Trentino équipe sanitarie da altre città italiane, dove poi, sono stati effettuati i trapianti. Grazie a questi gesti di solidarietà nove persone hanno potuto ricevere un organo salvavita.

Le tre donazioni, di cui una da parte di una persona molto anziana, casualmente arrivano in concomitanza con la settimana della donazione e la giornata nazionale della donazione di organi e tessuti che si celebrerà il 16 aprile in tutta Italia.

«Lo spirito di generosità e di solidarietà è radicato nella popolazione trentina – ha evidenziato l’assessore alla salute Stefania Segnana –, un’attitudine al dono certificata dai dati forniti dal Centro nazionale trapianti, che attestano come la nostra Provincia si ponga ben al di sopra della media nazionale, confermando quanto nelle nostre comunità siano elevate la consapevolezza e la sensibilità sul tema».

Dal direttore generale di Apss Antonio Ferro arriva il ringraziamento «per le famiglie che, pur in un momento di grandissimo dolore, hanno fatto una scelta di solidarietà e grande generosità scegliendo di donare gli organi dei propri cari e per chi ha fatto la propria scelta quando era in vita. Un gesto che ha dato a nove persone in attesa di trapianto una speranza e un futuro».

Il prelievo di organi ha coinvolto quasi tutto l'ospedale, oltre all’Unità operativa di rianimazione 1 del Santa Chiara, dove sono stati effettuate le tre donazioni: laboratorio analisi e microbiologia, radiologia, anatomia patologica, chirurghi, neurologi, oculisti, dermatologi, cardiologi e la direzione di presidio che si sono alternati per valutare, con la regia del coordinamento trapianti, l'idoneità dei donatori. Inoltre l’Unità operativa Trentino Emergenza ha coordinato il trasporto degli organi fino alle sale operatorie e il viaggio delle équipe arrivate per i prelievi, con il supporto della Polizia di Stato.

«Le donazioni e la modalità di decesso che le permette – afferma Lucia Pilati, coordinatore provinciale trapianti – sono estremamente rare (in Trentino negli ultimi anni sono state tra 10 e 20 all’anno) e capitano casualmente. Le persone che in genere possono arrivare alla donazione di organi sono quasi sempre vittime di un evento fulmineo e imprevisto ad esempio un arresto cardiaco, un trauma cranico o un’emorragia cerebrale: la morte è inattesa e lascia un vuoto improvviso nelle famiglie. La scelta di donare, e quindi di salvare o di aiutare persone ammalate, è per chi resta una piccola consolazione, qualcosa da cui ripartire in un momento di grande dolore».

I dati definitivi relativi dell’attività di donazione e trapianto nel 2022, diffusi dal Centro Nazionale Trapianti, evidenziano che la Provincia autonoma di Trento è a buoni livelli per il numero di donazioni per milione di popolazione attestandosi a 31,4 donatori, ben oltre alla media nazionale che si attesta a 24,7 per milione di popolazione.

Per quanto riguarda le opposizioni registrate in rianimazione la nostra Provincia risulta la migliore a livello nazionale con solo il 10%, corrispondenti a due opposizioni, entrambe effettuate dai familiari del deceduto. La media nazionale si attesta al 29,6 %.

Il basso numero di opposizioni che si riscontrano in rianimazione al momento del decesso ha una corrispondenza in quello che accade nei nostri comuni dove i cittadini trentini possono dichiarare la loro scelta al momento del rinnovo della carta di identità. È infatti del 19,2% il tasso di opposizione negli uffici anagrafe trentini, la migliore tra tutte le regioni italiane e di gran lunga inferiore alla media nazionale del 31,4%.

Nel 2022 si sono avuti nelle rianimazioni trentine (sono tre all’ospedale di Trento e una a Rovereto) 20 pazienti deceduti sottoposti ad accertamento di morte con criteri neurologici. Di questi una persona non ha potuto donare per la presenza di un cancro, due sono state le opposizioni e 17 pazienti hanno potuto donare gli organi.

Per quanto riguarda le donazioni da parte di donatori viventi nel 2022 la maggior parte ha riguardato il sangue cordonale al momento del parto: 101 sono state le donazioni che hanno permesso di rendere disponibili per il trapianto di midollo 70 sacche di sangue.

Nel 2022 sono stati 31 i pazienti trentini trapiantati: tre trapianti di cuore, due trapianti di polmone, nove trapianti di fegato, 17 trapianti di rene di cui 13 da donatore cadavere e 4 da donatore vivente. A fine febbraio di quest’anno sono 51, di cui due bambini, i trentini ancora in attesa di un trapianto (19 per il fegato, 29 per il rene, uno il pancreas, uno per il polmone e uno per l’intestino).

L’anno scorso i donatori di cornee sono stati 111 e le cornee risultate idonee al prelievo ben 217. Per quanto riguarda l’attività di innesto la rilevante attività di prelievo di cornee è uno, anche se non l’unico, elemento che ha permesso quasi di dimezzare la lista d’attesa trentina di chi ha necessità di sostituire la cornea. L’Unità operativa multizonale di oculistica ha effettuato ben 62 innesti di cornea nel solo 2022.













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