Studio per la bonifica Sloi, il governo dice no
La deputata Ferrari (Pd) chiedeva che potessero essere utilizzati i 2 milioni già stanziati per le analisi geologiche, parere negativo dell’esecutivo. «Una bocciatura che lascia amarezza»
TRENTO. La deputata trentina del Pd Sara Ferrari, in occasione del voto in Parlamento sul decreto infrastrutture, ha proposto che i fondi già stanziati nel 2023 per le analisi geologiche del Sin (sito di interesse nazionale) Sloi, (grazie all'emendamento da due milioni di euro firmato Ferrari-Cattoi), possano essere in parte utilizzati anche per uno studio tecnico-giuridico del percorso di esproprio e della tipologia e dei costi della bonifica dell'area.
Il Governo - riferisce la deputata in una nota - ha espresso parere negativo, senza dare alcuna spiegazione. "Una bocciatura che lascia amarezza - dice Ferrari - anche alla luce dell'allineamento che tutte le forze politiche del territorio avevano espresso sull'obiettivo: dalla Provincia di Trento al Comune, fino a componenti trentini della stessa maggioranza di governo, come la collega leghista Vanessa Cattoi che si è unita nel chiedere all'esecutivo un ripensamento del parere e il collega di FdI De Bertoldi, che non ha partecipato alla votazione".
"Un no sconcertante - prosegue Ferrari - perché il sito è interessato dai lavori per il passaggio del corridoio ferroviario scandinavo mediterraneo e il tema della bonifica deve essere posto subito, soprattutto perché è una situazione di inquinamento importante e di un composto chimico altamente tossico come il piombo tetraetile, volatile e capace di trasferirsi anche nelle falde acquifere. Questa bonifica non ha precedenti e sarà difficile dal punto di vista progettuale ed esecutivo, come si sa da tempo. Oggi si perde un'opportunità preziosa per fare un passo avanti in quella direzione, senza motivazione e con un atteggiamento stupidamente ottuso, probabilmente solo perché l'iniziativa ha la firma del Pd».