Il caso

Soluzioni fisiologiche al posto dei vaccini. L’assessore Segnana: «Errori umani, inevitabili. Per i pazienti solo una puntura superflua»

Ricostruito il caso accaduto a gennaio all’ospedale di Rovereto: lo “scambio” ha riguardato 12 persone. «Tra gli operatori sanitari c’è elevato stress ed elevato carico di lavoro»



TRENTO. Il caso delle soluzioni fisiologiche somministrate al posto dei vaccini all’ospedale di Rovereto, lo scorso 15 gennaio? Ha riguardato 12 persone sulle 48 di quella seduta vaccinale. «Errori umani accadono e sono, in parte, inevitabili», riconosce l’assessore provinciale alla sanità Stefania Segnana che è intervenuta sul caso rispondendo ad una interrogazione della consigliera Lucia Coppola.

«L’operatrice sanitaria impegnata nella diluizione aveva diluito due flaconcini di vaccino privo di vaccino. In altre parole per due volte è stato diluito un flaconcino già precedentemente diluito ed aspirato, che non era stato prontamente eliminato dal banco di lavoro con il risultato che 12 siringhe contenevano solo soluzione fisiologica sterile, adatta alla diluizione ma nessun principio attivo», conferma Segnana.

«Non si è riusciti a individuare con certezza quando si siano verificati i passaggi fallaci, e quindi quali siano state le persone che hanno ricevuto il vaccino e quali la soluzione fisiologica. L’errata diluizione poteva essere avvenuta durante la seduta o alla fine della stessa. Errori umani accadono e sono, in parte, inevitabili.

Elementi di contesto come l’elevato stress a cui da molti mesi sono esposti gli operatori sanitari e l’elevato carico di lavoro per vincere la sfida di raggiungere il prima possibile elevate coperture vaccinali sono fattori di rischio aggiuntivi.

Essenziale il continuo e scrupoloso monitoraggio delle attività che ha portato all’individuazione dell’errore e al pronto rimedio dello stesso. Nessuna persona è stata danneggiata, fatta eccezione per una puntura superflua.

Tutte le 48 persone vaccinate nella seduta sono state informate del fatto il lunedì 18 e sono state successivamente contattate per eseguire la ricerca sierologica degli anticorpi per determinare lo stato vaccinale. In tale maniera è stato possibile individuare le 12 persone a cui era stato somministrato la sola soluzione fisiologica e ai quali è stato quindi somministrato di nuova una prima dose di vaccino», conclude l’assessore Segnana.













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