il caso doping

Sinner: «Non ho nulla da nascondere, ma continuerò a collaborare»

Il campione altoatesino diffonde una nota dopo l’appello della Wada sul caso Clostebol: «Tre giudici hanno confermato la mia innocenza. Ma capisco che queste cose vadano indagate a fondo per mantenere l’integrità dello sport»



ROMA. "Non ho nulla da nascondere e, come ho fatto per tutta l'estate, collaborerò pienamente con il processo d'appello e fornirò tutto ciò che è necessario per dimostrare la mia innocenza ancora una volta": in una nota diffusa dal suo ufficio stampa, Jannik Sinner ribadisce la delusione per la decisione della Wada, che ha annunciato il ricorso al Tas per la vicenda Clostebol e chiesto una squalifica da uno a due anni per il campione di Sesto Pusteria. "Sono deluso di sapere che la Wada ha scelto di appellarsi al risultato della mia udienza Itia dopo che i giudici indipendenti mi avevano scagionato e ritenuto innocente", si legge. 

"Negli ultimi mesi e nel corso di questo processo ci sono state tre distinte udienze che hanno confermato la mia innocenza - prosegue Sinner - Diversi mesi di audizioni e indagini sono culminati con tre giudici di alto livello che hanno esaminato ogni dettaglio in un'udienza formale. Hanno emesso una sentenza approfondita che spiega perché mi hanno ritenuto non colpevole, con prove chiare e la mia collaborazione". "Sulla base di un processo così solido - prosegue l'altoatesino - sia l'Itia che l'autorità antidoping italiana hanno accettato la sentenza e hanno rinunciato al diritto di appello. Capisco che queste cose vadano indagate a fondo per mantenere l'integrità dello sport che tutti amiamo. Tuttavia, è difficile capire che cosa si possa ottenere chiedendo ad altri tre giudici di esaminare nuovamente gli stessi fatti e la stessa documentazione". "Poiché il caso è ora pendente davanti al Tas - conclude - non intendo commentare ulteriormente”.













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