Sindacati, adeguare l'assegno di cura all'inflazione
«Le famiglie che hanno un caro in condizione di non autosufficienza non possono pagare la gestione di fragilità complesse», affermano i segretari provinciali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilpensionati del Trentino
TRENTO. "L'assegno di cura va adeguato all'inflazione. Le famiglie che hanno un caro in condizione di non autosufficienza non possono pagare doppiamente, sul piano emotivo e su quello economico, la gestione di fragilità complesse". Lo affermano, in una nota congiunta, Claudia Loro, Tamara Lambiase e Claudio Luchini, segretari provinciali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilpensionati del Trentino.
"È ora che piazza Dante applichi la legge provinciale e adegui gli assegni indicizzando l'Icef ai valori reali dell'inflazione. Non chiediamo niente di più di quanto oggi non sia previsto dalla norma; siamo di fronte ad una situazione inaccettabile e le mancate risposte della Giunta provinciale si rovesciano su chi già vive quotidianamente situazioni di enorme difficoltà. Il costo della vita è in salita da oltre un anno. L'aumento dei prezzi nel 2022 è stato in media dell'8,6% in Trentino contro l'8,1% registrato a livello nazionale. Di fronte a queste cifre il Governo Meloni ha provveduto ad adeguare le soglie Isee, aumentando di fatto l'assegno unico universale", aggiungono i segretari.