Se un atto è disumano non c'è voto che tenga
Fosse sostenuto anche dal consenso del 99% degli elettori. O del 100%. La persecuzione di una minoranza da parte di una maggioranza ha riempito la storia di atti disumani. E di genocidi. Ma anche la persecuzione del singolo essere umano da parte di tutti gli altri uniti resterà sempre un atto abominevole
Il voto dà il potere di fare le cose. Ma il voto non trasformerà mai una cosa ingiusta in una giusta. Un atto disumano in uno umano. Se il governo nazionale e quello provinciale trattano i profughi in maniera ingiusta e disumana, come stanno facendo, noi abbiamo non solo il diritto ma il dovere di condannare i loro atti. Se venissimo meno a questo dovere, perderemmo il diritto di chiamarci uomini. E cittadini. Non c’è voto che tenga.
Il potere può dire quello che vuole. Un atto disumano resta tale. Fosse sostenuto anche dal consenso del 99% degli elettori. O del 100%. La persecuzione di una minoranza da parte di una maggioranza ha riempito la storia di atti disumani. E di stermini e genocidi. Ma anche la persecuzione del singolo essere umano da parte di tutti gli altri uniti resterà sempre un atto abominevole. La verità non sta nel numero, né nella forza. Nemmeno la giustizia sta nel numero o nella forza. Ci stiamo avvicinando ai giorni della Passione in cui ricordiamo un uomo giusto condannato e ucciso dal governo, dai sacerdoti e dal popolo. Ma noi diciamo che la verità e la giustizia erano in quell’uomo solo, non in tutti gli altri uniti nel giudizio contro di lui. Verità e giustizia non erano nel voto popolare per Barabba. Erano in quell’uomo solo, Gesù, messo alla berlina e poi fatto fuori con unanime consenso.
La verità non sta nel consenso. Il governo sta perseguitando una piccola minoranza di esseri umani. I più deboli e indifesi. Li sta rimandando nei lager in Libia, dove, per estorcere loro denaro, subiscono dai loro carcerieri violenze, torture e in molti casi perfino la morte. Il nostro governo sta mentendo su questo crimine contro l’umanità. Il voto non trasforma una menzogna in una verità. Il Rapporto delle Nazioni Unite del dicembre 2018 sulla situazione dei rifugiati in Libia non lascia dubbi: «Ci sono enormi rischi che dal momento in cui mettono piede sul suolo libico, i migranti siano esposti a uccisioni illegali, torture e altri maltrattamenti, detenzioni arbitrarie e privazioni illegali della libertà, stupri e altre forme di violenza sessuale, schiavitù e lavoro forzato, estorsioni e sfruttamento sia da parte di soggetti dello Stato sia non statali». E si documenta questa affermazione in sessanta pagine piene di testimonianze e di prove (se mai ce ne fosse ancora bisogno) che non possono lasciar dormire sonni tranquilli a nessuno. Ma il nostro ministro degli Interni, di fronte ai profughi che hanno dirottato verso Malta la nave che li stava riportando nell’inferno libico, ha avuto l’impudenza di dire che essi sono dei criminali che vogliono decidere la rotta della crociera.
Il voto non trasforma parole indecenti in parole decenti. Il governo nazionale e provinciale stanno distruggendo quanto di positivo è stato costruito in questi anni nell’accoglienza dei profughi. Stanno togliendo i profughi, come accade in Trentino, dall’accoglienza diffusa sul territorio e in piccoli gruppi, che ha funzionato bene, e li stanno ammassando in grandi centri, dove le cose non sono mai andate bene, né per i profughi né per la comunità che li accoglie. Stanno poi mandando sulla strada migliaia di persone cui viene tolta la protezione umanitaria. Il codice penale punisce chi abbandona in strada i cani, ma la legge “sicurezza” prescrive l’abbandono in strada degli esseri umani. In Trentino abbiamo un pugno di profughi, meno di 1400. Il governo provinciale ha tolto loro i corsi di italiano, gli inserimenti lavorativi, l’integrazione nella comunità, il sostegno psicologico per chi ha subìto violenze e traumi. È stata tolta a gran parte di loro la tessera gratis per il trasporto pubblico, a loro che non hanno nulla e che ricevono 2 euro e mezzo al giorno, in base al principio che è meglio darla perfino a dei trentini molto ricchi, con pensioni d’oro e tanti appartamenti. Nessun voto trasformerà degli atti ignobili in nobili. Barabba resta Barabba e Cristo resta Cristo. E i carnefici, carnefici. Voto o non voto.