Sci, Paris esulta: "Le piste dure sono il mio pane"
Innerhofer: «Ho cercato di rivivere il 2012, ma Dominik era più veloce»
BORMIO. Per Dominik Paris - 29 anni della val d'Ultimo, vallata isolata non lontano da Merano - quella a Bormio è stata la decima vittoria in carriera. Ma è anche la terza sulla micidiale Stelvio, considerata una delle piste più dure e difficili al mondo insieme alla Streif di Kitzbühel. E proprio a Kitzbuehel Dominik - neo papà di Niko dal luglio scorso - ha vinto per ben tre volte, altra impresa che riesce a pochissimi.
«È la conferma che le piste più difficili sono davvero il mio pane, quelle su cui rendo al meglio, che mi piacciono e che mi esaltano». Un metro e 83 centimetri per 100 kg di muscoli, un coraggio quasi temerario che lo fa volare a 130 kmh su pendii mozzafiato e piste che sono lastre di ghiaccio, da ragazzino Dominik - Domme come lo chiamano gli amici- veniva mandato dal papà a passare le estati in malga, pastore delle pecore all'alpeggio. Poi insieme alla musica - è buon chitarrista di un suo complesso hard rock - c'è stato lo sci che, con la compagna Kristina e l'arrivo del piccolo Niko, gli ha cambiato la vita. Tra Paris e la Stelvio c'è un legame fortissimo. Sulla Stelvio ottenne infatti nel 2012 il suo primo successo. E sulla Stelvio aveva vinto anche l'anno scorso per quello che sinora era il suo ultimo successo in coppa del mondo.
Era anche all'ora il 28 dicembre. Il 28 dicembre è anche nella storia agonistica di Christof Innerhofer che proprio in quel giorno del 2008, esattamente dieci anni fa, ottenne a Bormio la sua prima vittoria. «Ho cercato di fa rivivere oggi quella giornata. Ma ho commesso qualche piccolo errore e Domme è stato più veloce. Ho fatto comunque una gran gara e sono soddisfatto», ha commentato Innerhofer che in questa stagione ha ottenuto così sinora tre secondi posti.
Anche Innerhofer come Paris è uomo da piste dure su cui volare senza paura, meglio ancora se con fondo ghiacciato e tanti dossi che fanno lavorare le gambe come stantuffi mettendo a prova durissima la tenuta muscolare. Nella prima prova le condizioni erano proprio queste. Ma la scorsa notte c'è stato un innalzamento della temperatura che ha un pò ammorbidito il fondo. «Peccato perché avrei preferito le condizioni della prima prova cronometrata quando ero stato il più veloce», ha aggiunto Innerhofer.