Valduga: «I referendum non ci fermano»
Secondo il sindaco i tre quesiti chiedono quello che sta facendo l’amministrazione: rispetto per l’ambiente e valorizzazione
ROVERETO. L’iter è appena avviato. I tre quesiti referendari presentati da Paolo Vergnano (M5S) dovranno essere vagliati dal comitato dei garanti, ancora da costituire. Quindi, se “promossi”, andranno raccolte 2000 firme per sostenerli e, infine, andranno indetti. Al voto si potrebbe arrivare nel prossimo autunno. Ma intanto?
«Ci sono delle valutazioni tecniche da fare - risponde il sindaco Valduga - e ovviamente le faremo. Al momento posso solo dire cosa penso alla luce di una lettura abbastanza superficiale dei tre quesiti. E quello che mi sento di dire è che chi cerca in ogni modo di frenare o inceppare le cose, non fa il bene della comunità».
Meno implicito? «Non vedo nei tre quesiti come proposti nulla di diverso, almeno nelle finalità dichiarate, da quello che stiamo facendo. Si parla di tutela dell’ambiente e della città: è il criterio a cui più di tutti si ispirano i tre progetti chiamati in causa. Noi amiamo questo territorio e vogliamo prima di tutto tutelarlo: su questo non abbiamo bisogno di lezioni da parte di nessuno. Ma vogliamo anche dargli prospettive di sviluppo, perché anche questo è tutelare un territorio. Cercare di impedire qualsiasi passo avanti significa frenare le potenzialità del territorio, non tutelarlo. E ovviamente non possiamo essere d’accordo».
Vuol dire che andrete avanti comunque? «Appunto, devo fare delle verifiche tecniche. Ma se la domanda è se mi sento di assumermi la responsabilità politica di andare avanti, qualora possibile, non vedo proprio il problema. Su viale Trento il primo lotto di intervento è già appaltato. Dicono, il doppio filare da mantenere. Ci sono delle ragioni tecniche che hanno spinto i tecnici a dire il contrario. Sui Lavini il quesito parla di una valorizzazione storica e ambientale: è esattamente quello che prevede il nostro progetto. Peraltro già deliberato e da un organismo sovracomunale. Sui giardini Italia si chiede un parco che arrivi fino al Leno. Quello che faremo. Fa la differenza lo spostamento di un campo da tennis, se è funzionale ad un miglior assetto dell’area? Davvero, faccio fatica a non vedere come gravemente strumentali i tre referendum proposti. I nostri progetti promuovono la tutela del territorio, la sostenibilità ambientale, coniugandoli con una prospettiva di sviluppo che è irrinunciabile per una città come Rovereto. Quindi mi sembra che i tre quesiti esprimano preoccupazioni non giustificate. Un tentativo di mettere i bastoni tra le ruote della città, non riesco a vederci nulla di diverso. Ovvio che non posso accettarlo».
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