Un condominio in viale dei Colli ma la giunta finisce al tappeto 

Battaglia in Consiglio. Tomazzoni chiede il voto nominale: «Se ci sono danni, è giusto che li paghino i responsabili» ma le opposizioni reagiscono abbandonando l’aula prima del voto. Senza più numero legale, la seduta è stata sospesa


Luca Marsilli


Rovereto. È un regola base di qualsiasi strategia: se sei tentato da una prova di forza, prima di tutto verifica bene se la forza ce l’hai. Maurizio Tomazzoni, i conti non se li era fatti. E nemmeno gli altri membri della giunta, che sull’onda dell’entusiasmo hanno immediatamente rilanciato la sua richiesta di un voto nominale, malgrado nei suoi interventi il sindaco, evidentemente più freddo, avesse cercato di buttare acqua sul fuoco. È finita che una maggioranza ormai tanto risicata da non poter reggere l’assenza di uno solo dei suoi membri (Francesco Romano, al mare in ferie) si è ritrovata all’angolo: le opposizioni più Soini, Lanaro e Colla hanno abbandonato l’aula. E la seduta è stata sospesa per assenza del numero legale: 16 consiglieri presenti, e il minimo è 17.

La maggioranza non c’è più

Da notare che gli stessi 16 consiglieri sarebbero stati maggioranza, seppur relativa, se si fosse andati al voto, perché qualche varco c’era anche tra gli oppositori. Ma l’alzata d’ingegno del voto nominale (“così ognuno si assume le proprie responsabilità e se ci sono danni da pagare, li pagherà chi ne è responsabile”) ha portato alla conseguenza più logica: “se la mettete così, votatevela pure da soli, la delibera”.

Un condominio in viale dei Colli

Pietra dello scandalo una “convenzione urbanistica” per lo spostamento su un lotto in viale dei Colli di 150 metri quadri di crediti edilizi. Che sommati agli aumenti di superficie previsti dal Prg e al bonus, ancora una volta metri quadri, previsto per premiare il risparmio energetico di edifici nuovi rispetto ai vecchi che si ristrutturano, porta all’effetto della trasformazione di una vecchia villa in un condominio da 4 piani e 9 appartamenti. Tutto in rispetto delle regole, anche se regole molto discutibili visto che rendono derogabile qualsiasi limitazione urbanistica trasformandola così in mero arbitrio. Ma molti consiglieri hanno eccepito che ci sono zone e zone in città. E che quel piano in più che potrebbe essere tollerabile altrove, sulla collina “nobile” diventa un precedente pericolosissimo.

Le ragioni del no

«È un segno chiaro della crisi economica di Rovereto - ha detto Lanaro - che una villa che fino a pochi anni fa sarebbe stata contesa come tale, finisca per lasciare il posto a una speculazione edilizia di tipo popolare. Ma è anche una deriva alla quale come Consiglio abbiamo il dovere di opporci: per i condomini ci sono altre zone, non viale dei Colli. Che non ha i servizi per reggerli, ma che nell’impianto della città ha soprattutto una funzione diversa. Ci sono cose previste dalle norme alle quali non ci possiamo opporre, ma sul credito edilizio ci si chiede un parere. E quindi è nostro dovere dire no».

«Lì il Prg prevede edifici a due piani - ha detto Zenatti - ma la villa ne aveva 3 e quindi quelli sono da tollerare. Ma il quarto non è accettabile. Si snatura completamente il tessuto urbanistico della collina».

Quanto all’abbandono dell’aula, Lanaro, Zenatti e Filippi lo spiegano allo stesso modo: se invece del dialogo, della spiegazione e della mediazione si sceglie l’imposizione dei numeri, i numeri bisogna averli.

«La giunta - dice Lanaro - deve prendere atto che non può imporci nulla: non ha più la maggioranza. Quindi o entra nell’ordine d’idee di accettare la mediazione, o prende atto di non essere in grado di governare. Non è con le intimidazioni che può andare avanti».













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