Sgarbi presidente al Mart: gli strali della prorettrice
La professoressa Poggio critica su Facebook: «Oltre alle condanne civili e penali ha fatto della volgarità, della caciara e della cafoneria la sua cifra distintiva»
ROVERETO . Dopo le sorpresa e i benvenuti di rito, iniziano a piovere le critiche sul nuovo presidente del cda del Mart Vittorio Sgarbi. E sono critiche pesanti, se arrivano - sia pure attraverso la sua pagina Facebook - dalla professoressa Barbara Poggio, sociologa, prorettrice dell’Università di Trento. La professoressa parla nel proprio post di «una profonda trasformazione (o disvelamento?) antropologico. Un territorio con un’importante tradizione di associazionismo e volontariato che si ripiega improvvisamente su se stesso e sembra voler rinnegare la sua vocazione solidaristica, una regione con una storia secolare di convivenza tra popolazioni diverse che dimentica la sua genesi e si riscopre ostile e intollerante verso l’Altro, un comunità da sempre fortemente legata alla sua autonomia che decide di svenderla, cedendo alle sirene del pensiero unico sovranista. E ora, per richiamare l’ultima novità, una popolazione di persone fondamentalmente riservate, che negli anni ha saputo investire in modo diffuso sulla cultura, che affida il suo principale sito museale ad un uomo che non solo ha collezionato una lunga serie di condanne civili e penali per ingiuria, diffamazione e truffa, ma ha fatto della volgarità, della caciara e della cafoneria la sua cifra distintiva. La giustificazione è che però verrà gratis. Giusto, anche questo in linea con il nuovo mood. Possiamo investire in nuovi impianti di discesa (ora che la neve è sempre meno), oppure offrire gratis l’accesso ai trasporti pubblici alla fascia di popolazione più ricca, ma non sia mai che si investa in cultura, perché, come insegnava un ministro vicino all’attuale establishment, con la cultura non si mangia, ma soprattutto non si raccolgono voti».
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