ROVERETO. Ha raggiunto un accordo con la Procura e patteggiato 3 anni e 6 mesi di carcere prima ancora di arrivare all’udienza davanti al Gup Cristian Cortea, accusato di avere estorto 20 mila euro (cifra contestata dalla sua difesa, e che visto il patteggiamento non sarà mai accertata in aula) a don Ezio Seppi, il parroco della Bassa Vallagarina. Quei soldi avrebbero “pagato” il silenzio del romeno e di tre sue connazionali, prostitute, sui rapporti col parroco. Documentati dai quattro fino a non lasciare scampo a don Seppi, che non aveva potuto che pagare per cercare di evitare lo scandalo. Cosa peraltro che non gli è riuscita affatto.

Nello stesso fascicolo della Procura, il parroco compare come parte lesa per l’estorsione (ed avrebbe ottenuto un risarcimento da Cortea per 3000 euro) ma anche come imputato: è accusato di appropriazione indebita per una somma rilevante sottratta alla Curia. Sull’entità della somma, ancora una volta si discute. Per gli inquirenti si arriverebbe a 170 mila euro, per la difesa del parroco assolutamente no. Molto probabilmente nemmeno su questo si avrà mai una certezza processuale, perché pare quasi scontato che anche don Seppi scelga il patteggiamento, sia pure alla data fissata dell’udienza davanti al Gup. Anche lui avrebbe già risarcito la curia. vendendo un appartamento di proprietà per farlo. E proprio il risarcimento spiano la strada al patteggiamento: se la dovrebbe cavare con pochi mesi di reclusione e tutti i benefici. Alla scoperta degli ammanchi, il parroco era stato rimosso.

Restano a questo punto le tre prostitute romene, indagate come complici dell’estorsione. La loro posizione sarebbe stata stralciata per problemi procedurali. Se sceglieranno di andare a processo, toccherà a loro fare chiarezza sulla vicenda, che per ora pare destinata a rimanere indefinita.