«Raddoppio della statale? Perderemmo solo tempo» 

La replica di Tomazzoni. Secondo l’assessore non ci sono alternative alla tangenziale ovest «La cosiddetta “secante” è stata bocciata già due volte: troppo costosa e non risolve i problemi»



Rovereto. Maurizio Tomazzoni non ha dubbi: riaprire il dibattito sulla tangenziale equivale a perdere ulteriore tempo senza risultati. «Sia nel 2007 in occasione di una variante generale del Prg, sia nel 2017 con un gruppo di lavoro traversale, gli esiti sono stati identici: entrambi hanno portato alla conclusione che dal punto di vista urbanistico, l'ipotesi peggiore per il futuro sviluppo roveretano è la cosiddetta “secante”, ovvero la strada che passerebbe ad ovest della ferrovia, demolendo lo storico magazzino delle ferrovie, costringendo il Polo Meccatronica a trovare altri ingressi, impedendo di poter avere un parcheggio di interscambio nell'attuale scalo merci ferroviario, intasando ulteriormente sia il nodo di Lizzanella all'altezza dei Vigili del Fuoco, sia Sacco e S. Giorgio che diverrebbero una ovvia scorciatoia da e per la “rivana”».

Sintomatico, nota l’assessore all’urbanistica, che il dibattito rinasca «all'indomani del nuovo assetto nel governo della Provincia. La negazione della validità della pianificazione è un punto fermo della politica della destra, ma ora il sospetto che lo sia anche la crescita economica di Rovereto si fa sempre più strada. Ed a quanto pare è assai trasversale. Con la tecnica oggi si può fare tutto, però ci vorrebbe un preciso scopo. Quali gli scopi di un collegamento tra il sud e il nord di Rovereto? (e viceversa). Anzitutto ridurre il traffico dentro la città, e poiché l'attuale strada statale 12 è di fatto dentro la città, si tratta di depotenziarla. Poi fare sì che per i roveretani ci sia una possibilità di reti interne stradali da poter usare come viabilità locale, cosa incompatibile con il traffico veloce e pesante. Infine poter spostare alcuni attraversamenti interni fuori la cintura urbana, esattamente come avviene in moltissime città straniere e non, compresa Trento, ove il traffico interno viene spostato sulle tangenziali per poi poter rientrare. Tra le citatissime città straniere che si dotano di piani di ciclabilità, non ne esiste nessuna che nei decenni scorsi non si sia infrastrutturata con varie tangenziali, a partire dalla citatissima Copenaghen. Nessuno di questi obiettivi può essere raggiunto da una viabilità interna alla città».

La “secante”, aggiunge Tomazzoni «non è mai stata prevista negli strumenti urbanistici roveretani. Il piano Mancuso, al tempo di Monti sindaco, aveva affrontato il tema di potenziare l'attuale statale, ma trent'anni fa il traffico era altra cosa e di bici si parlava poco. Previsione confermata fino al 2005, quando la previsione viabilistica del piano Boeri (la secante ad ovest della ferrovia) fu bocciata dalla Provincia, che la giudicò: “eccessivamente costosa” e non rispondente agli obiettivi. Nel 2007 fu introdotta la tangenziale ovest, e conseguentemente si modificò anche il Piano provinciale. La situazione previsionale oggi pertanto è questa. Se si vuole modificare la previsione della tangenziale si deve modificare prima il Pup e il Prg. Servono anni solo per questo livello previsionale. Poi ci sono le progettazione, cosa che la tangenziale ovest ha già pronte e ferme (progettazione esecutiva) da 10 anni all'ufficio Via. Se vogliamo allungare i tempi e i costi senza raggiungere obiettivi urbanistici - conclude Tomazzoni -, la secante è la via maestra».













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