«Palazzo inutilizzato, apriamolo tutto»
L’assessore Tomazzoni: difficili trattative con la Regione per ottenerlo, e non hanno idea di cosa farci
ROVERETO . Tra tutti i palazzi e edifici vuoti del centro di Rovereto, forse il suo, di vuoto, era quello più eclatante. Chi si ricorda la grande sala riunioni del primo piano del palazzo del catasto, in via Carducci? Una delle belle sale dell'edificio, di proprietà della Regione, e anni addietro fu luogo di tanti incontri pubblici. Eventi che l'assessore alla cultura e urbanistica Maurizio Tomazzoni vorrebbe tornare ad organizzare. Il palazzo venne chiuso quando il catasto si trasferì - una quindicina di anni fa - nella nuova sede di via Pasqui. Da allora è rimasto vuoto o quasi. E dire che avrebbe tutte le prerogative per diventare sede di tante attività: c'è il giardino, ci sono due piani superiori con sale e un'aula magna, è centralissimo. Il laboratorio di rigenerazione urbana si trova dove fino a poche settimane fa c'era il magazzino del Museo civico. Vi erano depositati i calchi delle orme dei dinosauri dei Lavini. Tomazzoni testimonia qualche lungaggine, nell’ottenere dalla Regione il via libera per cambiare la destinazione d'uso, riaprire le porte e portare i collegamenti per il riscaldamento degli spazi. Gli arredi sono stati recuperati, le sale riattate, ed è stata riaperta la vetrina su via Tartarotti: è un segnale. «Abbiamo tre palazzi che erano chiusi e stiamo riaprendo, in questa parte di centro - spiega Tomazzoni - uno è palazzo Todeschi, l'altro sono le ex scuole Damiano Chiesa dove ora si trova l'Iprase. Ora tocca al palazzo del catasto, questo».
La Regione non ha programmi per l'edificio a Rovereto. «Noi invece di idee ne avremmo eccome - continua Tomazzoni - e ora vogliamo aprire anche i piani superiori. Per il loro sbarrieramento non serve più un ascensore, basta un montascale, e un minimo per il riscaldamento. La sala riunioni ha 150 - 200 posti, e potrebbe essere sede di importanti momenti per la città, come in passato, mentre il giardino può diventare un parco urbano». (m.s.)