Nella stessa casa per vincere la solitudine
Progetto Oikos lancia una raccolta di firme per promuovere la prima esperienza di cohousing in città
ROVERETO. Una raccolta di firme per promuovere anche a Rovereto la prima esperienza di cohousing, la coabitazione tra persone e famiglie fondata sulla condivisine di alcuni spazi comuni, come la cucina, la lavanderia, la palestra, l’orto e i laboratori per hobby, per limitare i consumi e favorire le relazioni, allontanando solitudine ed isolamento. Promotore dell’iniziativa è il Progetto Oikos, un’associazione che raggruppa alcune famiglie, convinte che attraverso il vivere comune «si viva e si cresca maglio, conciliando i tempi frenetici della vita e del lavoro, e si combatta la solitudine degli individui». Una soluzione insomma che non è finalizzata esclusivamente al risparmio economico, ma che propone un modello culturale e di vita, «in vista della rigenerazione di un tessuto sociale che si è sgualcito e indebolito nel tempo» spiegano i promotori. «Le città soffrono di spazi inutilizzati e abbandonati a se stessi, senza che nessuno ci possa mettere mano se non investendo tempo e denaro. In quest’ottica sarebbe nostra intenzione far partire il primo progetto di cohousing, a dimostrazione del fatto che la condivisione degli aspetti umani porta maggiori frutti e semplifica la vita in modo efficace ed efficiente», aggiungono. Un modello, il cohousing, che già da tempo è stato efficacemente sperimentato in alcuni Paesi europei, come Olanda e Danimarca, ma che sta prendendo piede anche in Italia, come testimoniano le esperienze avviate a Ferrara, a Spugnole in Toscana, a Milano e a Forlì. E anche in Trentino sta emergendo la volontà di favorire lo sviluppo di esperienze di cohousing. L'amministrazione comunale di Trento ha già provveduto a predisporre un elenco aggiornato degli immobili di proprietà comunale non utilizzati e da ristrutturare, che si potrebbero prestare ad iniziative di cohousing. «All’interno della comunità vorremmo anche promuovere attività didattiche, che siano di facile accesso a tutti, e che abbiano come scopo la valorizzazione dell’essere umano, il rapporto con la natura ed il ritorno alla scoperta di valori reconditi, attraverso incontri, escursioni ed esperienze formative», dicono ancora quelli del Progetto Oikos. Tre sono le richieste che i firmatari della petizione avanzano all’amministrazione comunale: individuare immobili o spazi inutilizzati da destinare al cohousing; in secondo luogo, reperire le risorse finanziarie, che potrebbero arrivare da cooperative, enti o aziende che intendono sponsorizzare il progetto con tecnologie di edilizia sostenibile, di solare termico e fotovoltaico, e di riutilizzo delle acque meteoriche; infine, aprire un bando per raccogliere adesioni da parte di soggetti, famiglie e associazioni, in modo da avviare una prima sperimentazione concreta. (a.t.)