Morto in Ungheria, verifiche in corso
La compagna di Marco Coller, ucciso a caccia, non ha potuto ancora vedere la salma né Brinis, in stato di fermo da venerdì
ROVERETO . Mentre l'altopiano vive questo momento di lutto per la improvvisa e scomparsa del proprio cittadino Marco Coller, si attendono notizie circa l'evolversi della situazione. Sulla quale c’è il riserbo assoluto: gli organi investigativi e la polizia ungherese, per 72 ore dal decesso, ritengono che nulla debba trapelare. Il termine scade stasera, considerato che il tragico evento si è verificato nel tardo pomeriggio di venerdì. Nel frattempo nulla di ufficiale, solo qualche scarna notizia che si ripetono sottotraccia e che provengono dai parenti delle due persone coinvolte nell'accaduto, prontamente recatesi nella provincia di Gyor, fra Bakonyasàrkàny e Aka, per quanto anch'essi possano sapere visto il silenzio. Nel frattempo pare che Alberto Brinis sia trattenuto in via preliminare e che possa comunicare solo attraverso un avvocato messo a disposizione assieme ad un interprete. Il condizionale è d’obbligo, anche sul fatto che siano stati attivati gli opportuni canali diplomatici per garantire assistenza al Brinis. Nemmeno la salma sembra possa essere visitata dai parenti, almeno fino alla stasera. Ambedue persone conosciutissime sull'altopiano fa sì che la tragedia abbia colpito l'intera comunità. Alberto Brinis aveva da poco iniziato l'attività di commerciante di casette in legno importate dall'estero, cacciatore provetto e di lunga data, gestiva nella zona dell'incidente un bed & breakfast con annessa tenuta di caccia nella quale si era recato anche Marco Coller con un amico cacciatore valsuganotto. La dinamica, più supposta che accertata, sembra prevedere la partenza di un colpo mentre i due scendevano da una postazione, verificatasi per una scivolata del Brinis proprio sull'ultimo scalino, fatale per Marco Coller. La vittima aveva staccato il permesso di caccia sul territorio della sezione lavaronese da appena un anno fa, questo fa supporre che la passione per questo sport sia sorta in lui da poco tempo, purtroppo è stata definitiva. Prima della tragedia , Marco Coller era conosciuto per la sua attività di operatore economico, gestore e proprietario del Camping Lago di Lavarone, alla quale si dedicava completamente assieme alla compagna Adriana Fellin, vicesindaca di Lavarone, soprattutto dopo aver smesso la professione di assicuratore in un'agenzia in Valle di Non. Cresce l'angoscia dovuta alla mancanza di notizie e certezze, oltre al grave lutto per tutta la popolazione di Lavarone , infatti pare che anche la sola visita della salma comporti autorizzazioni particolari e lungaggini per le quali ormai è preferibile aspettare la scadenza delle fatidiche 72 ore.
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