Festival Natale: Carollo aspetta il saldo ma intanto va in Procura 

A quasi tre mesi dalla fine della manifestazione. Il 24 gennaio la presentazione del rendiconto. «Da allora ho ricevuto più di 100 Pec per chiarimenti. E poi una mail mandata per errore in cui si raccontano i fatti miei non so a chi»


Luca Marsilli


rovereto. Se qualcuno ancora si chiedesse perché il Comune non organizza il Natale da solo, la risposta ce l’ha partendo da due semplici dati: la commissione di gara ha impiegato 3 settimane, a settembre, per valutare la sola proposta ammissibile e assegnare il Natale a Carollo; gli uffici comunali hanno ricevuto rendiconto e “nota spese” il 24 gennaio e ad oggi, 50 giorni dopo, non si sono ancora pronunciati. In altre parole, per controllare i conti di Carollo gli uffici comunali stanno impiegando più del tempo materiale che lo stesso Carollo aveva avuto per organizzare tutto il Natale. Bello o brutto che fosse, non è questo il punto. Come se il cliente puntiglioso che controlla il conto al ristorante, ci mettesse più del cuoco a preparare la cena.

Le perplessità della giunta

Non è un mistero che la giunta sia rimasta molto perplessa dalla proposta di Carollo e nemmeno che attendesse come “resa dei conti” proprio la presentazione della nota spese. Ma possono volerci due mesi per dire che un programma di concerti che prevede lo stesso cantante, sempre Carollo, con 10 alias diversi, non si ritiene rispondente alla offerta di gara, dove si erano promessi Miguel Bosè, Fedez e Boy George? In Municipio ci si muove coi piedi di piombo - trapela - sapendo quanto Carollo abbia dimestichezza con i ricorsi alla giustizia. Me nemmeno l’effetto di evitare grane è stato ottenuto: proprio Carollo annuncia di avere segnalato alla Procura (un esposto, quindi) alcune “stranezze” intercorse in queste settimane di continui rapporti tra lui e l’ufficio cultura, nella persona del dirigente Rinaldi.

«Siamo alla follia - dice Carollo - oppure alla presa in giro. Non so cosa pensare. Dal 24 gennaio, quando ho presentato l’intera documentazione, ad oggi ho ricevuto più di 100 comunicazioni. Richieste di chiarimenti e ulteriori documenti, per lo più. Vuol dire due al giorno: in pratica c’è un intero servizio comunale che da fine gennaio ad oggi si occupa solo di fare le pulci a carte che evidentemente non è nemmeno in grado di leggere. Lo dico perché l’ultima mail mi contesta che il 6 gennaio non ci sarebbe stata la befana in Corso Rosmini. Mentre nelle oltre 500 pagine di documenti che ormai ho depositato, c’è anche la documentazione di quell’evento, corredata da una decina di fotografie. O non leggono, e allora la richiesta di ulteriori documenti è solo una sorta di penitenza che mi impongono abusando della loro posizione di potere, o non capiscono nemmeno le foto, e allora non so proprio che dire».

L’esposto in Procura

Ma non è su questo che ha presentato l’esposto. «Nel marasma di mail e Pec che mi manda, l’ufficio cultura me ne ha inviata anche una per errore. L’oggetto sono io e le mie attività - dati riservati - ma il dirigente ne voleva riferire a non so chi. E non mi sembra una cosa normale. C’è un procedimento aperto da 50 giorni (e dopo 30, per legge, si sarebbe dovuto concludere) e chi se ne cura si prende la briga di diffondere dati attinenti a quel procedimento? Io non penso che le cose debbano funzionare così. Si chiude la pratica, poi chi vuole e se ha titolo ne chiederà gli atti. Non posso dare altri elementi su quella mail, ma io l’ho portata in Procura».













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