Ex Ariston: resta in piedi solo il muro “firmato” Depero

Rovereto. Del vecchio stabilimento della Rheem Radi - poi divenuto nel tempo Merloni Termosanitari e Ariston - rimangono solo due arcate alte 12 metri, quelle su cui campeggia il logo rosso della...



Rovereto. Del vecchio stabilimento della Rheem Radi - poi divenuto nel tempo Merloni Termosanitari e Ariston - rimangono solo due arcate alte 12 metri, quelle su cui campeggia il logo rosso della Radi, disegnato da Fortunato Depero e pertanto sottoposto a tutela da parte della Soprintendenza. Il resto ora sono macerie. I lavori di abbattimento sono durati alcuni giorni e si sono conclusi la notte tra giovedì e ieri, in circa sei ore di lavoro, con l’area illuminata a giorno dalle cellule fotovoltaiche e via Brennero disposta con senso unico alternato nelle fasi “calde” dell’abbattimento. Il compendio industriale era sorto un secolo fa, alla fine della Grande Guerra. Messa in sicurezza la zona attorno al cantiere verso le 22, attorno alla mezzanotte sono entrate in azione tre ruspe con apposite pinze che hanno iniziato a demolire il capannone “San Pietro” (mentre il suo gemello “San Paolo” era già stato demolito nei giorni precedenti). Per evitare di creare nubi di polvere nelle operazioni di demolizione, Le strutture murarie sono state bagnate con appositi vaporizzatori mentre la demolizione è stata disposta per sbriciolamento, non “a caduta”. La pioggia della notte non ha ostacolato i lavori, anzi semmai ha contribuito ad abbattere le polveri volatili. Il terreno, circa 26 mila metri quadri di proprietà di Trentino Sviluppo, è ora svuotato, ma i circa 2.500 metri cubi di materiale (in gran parte calcestruzzi) in cui è stato ridotto il capannone San Pietro, che aveva un volume di circa 16 mila metri cubi, verranno sgomberati dall’area nelle prossime due settimane.













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