Carta, stampe e incisioni a palazzo Annona
Nell’interrato dell’edificio la ricca attività del laboratorio tipografico apprezzata anche fuori città
ROVERETO. Nell'interrato di palazzo Annona la biblioteca custodisce forse la sua chicca più originale. Che è anche difficile definire in poche parole: non è un museo di macchine storiche di stampa, anche se è anche questo; non è solo un laboratorio, perché è anche luogo dove si tengono incontri e spettacoli; è un luogo di produzione di stampe, ristampe, ma ci si fa anche la carta. Il laboratorio di arte grafica della Tartarotti sforna da diversi anni stampe e incisioni di grandissimo pregio, il tutto grazie ad un gruppo di appassionati mastri cartai, stampatori e tipografi, guidati dall'estroso Renzo Monte. Solo apparentemente si tratta di prodotti amatoriali. Il simbolo che accompagna i prodotti del laboratorio - il caratteristico riccio il filigrana a fare da logo - è conosciuto anche fuori Rovereto dagli appassionati del settore. «Facciamo didattica, ospitando degli studenti delle scuole superiori - spiega Monte - quest'anno collaboreremo con la Trentino Art Academy, collaboriamo con artisti vari e poi... facciamo un po' quello che ci viene in mente di fare». E le idee non mancano. Nel 2018 sono state stampate 250 tavole raffiguranti il Catinaccio (con cliché ed incisioni in legno eseguite tutte dal laboratorio, su disegno di Piero Coelli) e altrettante con il Campanile Basso (sempre con cliché e incisione in legno, su disegno di Guido Paoli); altre 100 sempre con Campanile con matrice calcografica e firmate. Sono stati preparati 100 diari di lettura a 24 pagine; 250 manifesti della Prima guerra mondiale; 200 risguardi e xilografie di Guido Vettorazzo, con le pagine del regolamento della biblioteca e inserto; ristampe di 500 locandine, altre stampe sulla guerra e la Vallarsa. Il tutto dall'inizio alla fine, producendo la carta a mano (che è così di altissima qualità e durata) fino alla stampa. Ed è già pronta la ristampa dello storico regolamento della biblioteca di Rovereto risalente al '700, il primo che una biblioteca in Italia abbia mai avuto. Il tutto per passione, ma ridando vita a torchi, caratteri mobili e altre macchine che altrimenti sarebbero mute in un museo. (m.s.)