«Cantina Mori, questioni interne»
Mellarini: la vicenda non è di competenza degli organi di vigilanza
MORI. «Il licenziamento del direttore e dell’enologo della cantina di Mori concernono questioni privatistiche interne alla cooperativa; come tali vengono seguite a livello di informativa sulla stampa locale, ma non attengono alle competenze dell’autorità di vigilanza»: a dirlo, in risposta a due interrogazioni sul tema presentate dal consigliere Claudio Civettini, è l’assessore provinciale Tiziano Mellarini. L’assessore non si è addentrato punto per punto nei quesiti posti dall’esponente di Civica Trentina su responsabilità, conseguenze economiche e ruolo del Cda, limitandosi a ricostruire i fatti: «A seguito di presunte irregolarità riguardo alla gestione/contabilizzazione dei vini – evidenziate dal revisore preposto (Federazione trentina della Cooperazione) – i nuclei antisofisticazioni dei carabinieri (Nas) hanno effettuato specifiche verifiche presso la cantina e alcune abitazioni private di amministratori e soci. Il contesto generale è caratterizzato dall'incertezza, sia nei soci che negli amministratori, i quali hanno reso le proprie dimissioni venerdì 26 gennaio. A seguito delle dimissioni, si è costituita una causa di commissariamento (impossibilità di funzionamento), non avendo l'assemblea, convocata sabato 27 gennaio, provveduto alla rielezione delle cariche sociali. Con assoluto tempismo, stante la richiesta pervenuta dall'autorità di revisione, in data 30 gennaio la Giunta provinciale ha disposto la nomina di un commissario in luogo del Consiglio di amministrazione dimissionario. È stato nominato, quale commissario, l'avvocato Roberto Bertuol, esperto penalista. La scelta di un tale profilo professionale è conseguenza delle problematicità a oggi aperte presso la cantina, legate in particolare all’avvenuto sequestro della materia prima. Non sono evidenziate a oggi, per contro, problematicità di natura contabile o organizzativa». (m.cass.)