Cadorna, «generalissimo» così poco amato  

Sala Caritro piena per la conferenza di Camon e Tazzer: per i relatori il generale fu disastroso



ROVERETO. Sala Caritro stracolma per lo scrittore Ferdinando Camon e il giornalista Sergio Tazzer invitati dal Comune a una conferenza sulla Grande Guerra, “Eroi o presunti tali, il caso del generale Cadorna” Pungolati dalle domande della giornalista Linda Stroppa, i relatori hanno esaminato la figura e l'opera del generale Cadorna, il generalissimo e comandante supremo, i suoi attriti con il potere politico, la Strafexpedition, la disciplina e le corti marziali, le esecuzioni sommarie da lui ordinate, la decimazione delle truppe (650.000 soldati morti sotto il suo comando). E ancora: la Libretta Rossa, la riunione a porte chiuse della Camera del giugno 1917, la disfatta di Caporetto (una “tragedia nazionale” alla quale certo contribuì con le sue scelte), il rapporto con Mussolini e la sua promozione a Maresciallo d’Italia. La conferenza si è svolta a 100 anni esatti dal 9 novembre 1917, quando Cadorna venne destituito dal Re, e a 100 anni da Caporetto. I relatori si sono soffermati sulla Commissione d’inchiesta sulla famosa "disfatta" e anche sui giudizi della storia. Tra i contemporanei di Cadorna, Rommel disse: “Ai soldati italiani mancò un comando energico con obiettivi chiari” (gli alleati avevano detto a più riprese: “Dovete sostituire Cadorna”). Camon ha sfogliato il libro di Cadorna “Attacco frontale e ammaestramento tattico”, ma si è sofffermato anche sulla smentita nel libro di Emilio Lussu "Combattere sotto Cadorna, un’insana follia”, sui suicidi dei soldati. Tazzer ha tracciato il profilo dell'uomo, il suo carattere rigido, le sue ambizioni, la sua capacità di tenere testa al Re. Ma per entrambi, il giudizio su Cadorna è negativo.













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