ROVERETO. Il polo della Meccatronica e il suo sviluppo viene sempre presentato in maniera "trionfalistica" dall'assessore Olivi e dai vertici di Trentino Sviluppo. E non hanno neanche tutti i torti: solo cinque anni fa, dove ora ci sono imprese e centri di ricerca, ci si ritrovava davanti ad un cratere e al vuoto. Adesso si scava per fare posto a stabilimenti di aziende che operano in tutto il mondo. Tutto rose e fiori? Il possibile tallone d'Achille del progetto è ciò che sta attorno alla Meccatronica, ovvero se le altre istituzioni locali potranno portare la linfa necessaria a queste imprese. Dove la linfa sono le persone competenti e capaci, e al posto di istituzioni si deve leggere scuola e Università. «Il possibile punto debole - ha detto il presidente di Dana Italia Tarolli - è che queste aziende trovino poi sufficienti risorse umane per il loro sviluppo. La meccanica è stata considerata poco "sexy", dobbiamo convincere enti di formazione e giovani a considerarla invece attraente, generando risorse e orientamento. Perché altrimenti questi progetti sono destinati ad andare in crisi o si sposteranno altrove». Ancora ci si ricorda i problemi che ebbe in avvio Mariani a reperire il personale con le competenze richieste, o certe resistenze di scuola o università a "mescolarsi" con il mondo del lavoro. Tarolli auspica che alla Meccatronica vengano università e scuole: «Un contesto generativo è dove - figurativamente - lavoratori, studenti e professori si incontrano a bere il caffè: così si accresce competitività e velocità. L'industria italiana è in sofferenza per carenza di competenze. Salviamo la meccanica italiana solo se la complichiamo, e ci servono le competenze». Tarolli ha annunciato che all'interno dello stabilimento alla Meccatronica creerà dei laboratori formativi. (m.s.)