«Basta, mai più una città-dormitorio» 

Ornella Frisinghelli suona la carica dal palco, al termine di un’affollatissima due giorni al cortile urbano di via Roma



ROVERETO. Ùn successo così, non se lo aspettava neanche Ornella Frisinghelli, che sul palco del cortile urbano di via Roma, incitata dalla folla accorsa per “Abbiamo fatto un ’68” - la rievocazione dell’epoca dell’impegno politico e del sogno della rivoluzione a cinquan’anni di distanza - si è commossa e ha a suo modo dato la scossa a un centro storico che per una volta si è scoperto frequentatissimo e vivace. «Mai più la città dormitorio» ha gridato Ornella accolta da fragorosi applausi. E a esprimere apprezzamento per l’iniziativa, che per due giorni ha animato la zona attorno a via Roma con incontri, testimonianze del 1968, coordinate da Mario Cossali, video e immagini del periodo (compresa una scelta dell’archivio dello storico fotografo roveretano Lino Volani) e una mostra dedicata a Peppino Impastato, sono voci diverse. Si è divertito persino Willy Angeli, consigliere della Lega, che a margine coglie l’occasione per incoraggiare la città a proporre più spesso manifestazioni serali: «La città è più bella e più attrattiva quando è popolata, ed è un peccato che occasioni di questo genere non siano più frequenti, ne guadagneremmo tutti».

Se la prima serata si è conclusa con i gruppi rock roveretani (Le Foschie, i Koala di Mario Dapor, Roby e i Suopi Ragazzi e i Giullari) a ripercorrere le hit di fine anni 60, il gran finale è stata una parata di stelle dell’epoca. Introdotti dall’esibizione delle glorie locali Paola Battistata e Vigilio Pisoni, si sono alternati sul palco Dino (che ha cantato “Te lo leggo negli occhi”, un pezzo scritto da Sergio Endrigo che nel 1964 su il suo secondo singolo), Giuliano dei Notturni, con l’immortale “Il ballo di Simone” , Gian Pieretti, che ha riproposto “Il vento dell’est”, Franco dei Califfi, salito a cantare “Così ti amo”, e Bruno Castiglia con i Bisonti, che hanno intonato “La casa del sole”. Per gran parte del pubblico, l’effetto nostalgia si è fatto sentire. Per i più giovani, è stato un piacevole tuffo in un passato sconosciuto. L’entusiasmo di Ornella è alle stelle, e lei non smette di ringraziare tutti quelli che hanno collaborato alla festa, dal Consorzio InCentro a Danilo Galotto del bar Enigma, al ristorante Il Doge e tutti i volontari che hanno reso possibile la manifestazione. Non c’è polemica, spiega Ornella, nel rigetto istintivo della “città-dormitorio”. «Sono parole che mi sono uscite per la commozione. È solo un atto d’amore per la mia città, che vorrei viva e piena di gente, che si incontra e si ferma a chiacchierare» commenta a caldo, ancora piena di emozione. Del resto, per due giorni, via Roma è parsa davvero l’immagine della città dei desideri di Ornella.

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