«Anziani e Rsa, quante scelte sbagliate» 

L’ex assessore Chiasera: assurdo ristrutturare la Vannetti, e la nuova struttura in piazzale De Francesco è una prigione


di Giuliano Lott


ROVERETO. Non le manda a dire, Sabina Chiasera. Secondo l’ex assessore che a lungo si era battuta per garantire assistenza adeguata ad anziani e disabili della città, le scelte dell’amministrazione Valduga sono incomprensibili e sbagliate. Un’opinione già articolata nel documento steso assieme ad altri ex amministratori di Rovereto e inviato al sindaco con la proposta di ripensare la ristrutturazione della Rsa di via Vannetti. E sulla quale torna con un intervento molto critico sulle politiche per gli anziani e i disabili messe in campo dalla giunta. «Le argomentazioni rese finora dal Comune a sostegno della ristrutturazione della casa di via Tacchi come migliore risposta assistenziale si fanno vanto di un risparmio di suolo (ma questo ci sarebbe anche nel caso di una nuova costruzione in via Ronchi, come dimostrato nel documento inviato al sindaco nei giorni scorsi), e di risparmio di denaro pubblico: ben 5,5 milioni circa. In un momento in cui il Comune, per fortunata coincidenza, i soldi non mancano, questo impegno a completamento di contributo provinciale risulterebbe impossibile? Forse non valgono “lo spreco” di 5,5 milioni di euro i nostri anziani di ora e di domani?» si chiede l’ex assessore. Che prosegue: «Viene spontaneo osservare che, in questa sfida che l’amministrazione sembra intenzionata ad osare ad ogni costo, tra le coordinate che tentano di fondarla e giustificarla, c’è un grande assente: la persona dell’ospite, ossia gli anziani di oggi e di domani. Nessuna considerazione per la loro fragile condizione di vita e per la dignità cui hanno diritto. In buona sostanza, i valori in gioco e da considerare come dirimenti per la scelta sono altri». Il livello di civiltà di un popolo, scrive Sabina Chiasera, si misura dalla cura verso i suoi membri più fragili, tra cui gli anziani e i disabili, costretti a trascorrere gli ultimi giorni della propria vita quasi sempre a letto, o al massimo in carrozzina: accudirli, spiega Chiasera, «costituisce un obbligo morale per tutti noi, anche con sacrificio se necessario». E sotto questo profilo «lascia molto perplessi e tristi la nuova Rsa di piazzale De Francesco, se messa a confronto con quella di Sacco. Potrà anche avere i rubinetti d’oro, ma si presenta come un luogo tetro, di prigione e di morte». E sulla ristrutturazione della “casa rossa”, all’ex assessore appare «incomprensibile la leggerezza con cui si sorvola sul disagio che comporterà per gli ospiti un cantiere operativo in misura importante sulla struttura e per un tempo previsto di almeno 3-4 anni». Nel passato, illustri roveretani hanno lasciato parte del proprio patrimonio al Comune, osserva Chiasera. «Erano beni spesso destinati all’assistenza ai poveri e alla cura degli orfani. Alcuni hanno scelto per quest’opera meritevole la stessa Casa di riposo: il lascito Giulio Salvetti in viale dei Colli ne è un prezioso esempio. la bellezza di quel sito sulla collina poteva diventare ancora trent’anni fa il primo centro di accoglienza per le persone malate di Alzheimer se il progetto, voluto dall’amministrazione comunale, non fosse finito in un cassetto perché osteggiato dalle ben note tensioni interne alla Casa. Vorrei che sapessimo fare tesoro - conclude Sabina Chiasera - dell’esempio di tanti benemeriti concittadini riservano ai nostri anziani e disabili di oggi e di domani (ma non soltanto a loro) la migliore qualità di vita e di cura possibile, ponendo senza indugio il valore “persona umana» a fondamento certo e dirimento di ogni scelta politica e opera pubblica».

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