Anche il Comune di Rovereto contro la “Tampon tax”
Il sindaco Valduga: «attraverso le farmacie comunali gestite da Smr si potranno ridurre i prezzi di assorbenti, tamponi e coppette mestruali»
La firma anche del sindaco di Trento sensibilizzare il parlamento per abbassare l’iva sugli assorbenti dal 22 al 4%
ROVERETO. Anche il Comune di Rovereto aderirà alla campagna #stoptampontax, lanciata nel 2016 e che da quest’anno vede protagonisti anche i Comuni italiani, a partire da quello di Firenze che per primo ha abbassato il costo degli assoribenti per le donne che ad oggi sono tassati con l’Iva dal 22% al pari di beni di lusso.
Il tema è stato trattato nel corso della Giunta comunale, dove il sindaco Francesco Valduga ha condiviso l’impegno ad intervenire, aderendo all’appello in modo fattivo attraverso un’azione diretta presso le farmacie gestite da Smr.
“Si tratta di un segnale importante” – commenta la Vicesindaca Giulia Robol – "per venire incontro alle esigenze di donne e famiglie. Certamente come Comune di Rovereto non abbiamo possibilità di incidere su tutto il costo dei dispositivi sanitari, ma aderire a questa iniziativa significa manifestare la consapevolezza di una necessità di cambiare rotta a livello nazionale.
Non tutte le donne vanno in farmacia ad acquistare questi prodotti, vista la facile reperibilità all’interno dei normali supermercati, ma essere parte di un movimento che dal 2016 ad oggi ha già raccolto oltre 600 mila firme e sta vedendo sempre più adesioni da parte dei Municipi, è importante per arrivare ad un riconoscimento nazionale atteso”
“In Italia – spiega l’Assessora Micol Cossali – assorbenti, tamponi e coppette mestruali non sono considerati beni di prima necessità e per questo sono sottoposti al regime di Iva come fossero beni di lusso. Una tassazione che non può essere giustificata, poiché di fatto le donne hanno bisogno di poter acquistare questi prodotti per la propria salute e la propria dignità. Questi sono beni primari non opzionali: ridurre l’aliquota significa non solo restituire riconoscere un diritto sociale, ma anche evitare rischi igienici sanitari”.
Dal 2007 le normative europee consentono agli stati membri di ridurre la cosiddetta tampon tax al minimo previsto per i beni di prima necessità, ma anche nell’ultima finanziaria nazionale è stata confermata l’Iva al 22%. La maggior parte dei paesi europei negli ultimi anni ha deciso di abbassare l’Iva su questi beni: Spagna, Grecia e Austria rientrano tra questi, con un’aliquota del 10 per cento o leggermente superiore. Fanno parte di questo elenco anche la Francia con il 5,5 per cento e l’Irlanda con lo 0 per cento.