A Rovereto si va a lezione di tango come terapia contro il Parkinson
La sinergia fra associzioni, Comune e Cimec ha portato al progetto: si balla e i ricercatori si occuperanno del monitoraggio scientifico. Si cercano volontari
ROVERETO. Il tango come terapia (complementare) per i malati di Parkinson. Succede a Rovereto grazie alla collaborazione fra associazioni, Comune e Cimec.
Nel 2015 la McGil University di Montreal pubblicò su Complementary Therapies in Medicine uno studio che certificava la correlazione tra il Tango e il benessere dei malati di Parkinson. Uno studio che diede vita a quella che viene chiamata Tangoterapia e che a Rovereto già da tempo, grazie all’Associazione Emma e alla Associazione Parkinson Trento ha trovato terreno fertile.
Oggi però, grazie all’intervento del Comune di Rovereto e del Centro interdipartimentale Mente e Cervello dell’Università di Trento, la ricerca compie un ulteriore passo in avanti.
E’ stato così presentato "Tango. Una terapia complementare per la malattia di Parkinson": un progetto volto non solo a promuovere la tangoterapia, ma anche a capire i processi neurali alla base dei significativi miglioramenti nella mobilità funzionale dei pazienti, rilevati grazie a questo ballo di coppia, in grado di sviluppare diverse capacità psicomotorie, prima fra tutte l’equilibrio dinamico.
A presentare l’iniziativa, l’Assessore Mauro Previdi, che ha ricordato come qualche anno fa, assistendo ad una manifestazione in cui era coinvolta proprio l’Associazione Emma insieme all’Associazione Parkinson al Centro Beata Giovanna, maturò l’idea di un coinvolgimento da parte dell’amministrazione comunale, che già allora si mosse per sostenere le iniziative in questa direzione.
Attraverso la rete che si è venuta a creare attraverso questo primo passo, è stato messo in campo un progetto innovativo che, come ha spiegato Luca Turella di Cimec, mette insieme per la prima volta la parte sociale e la parte scientifica.
“I pazienti – ha spiegato - sono felici di approcciarsi a questa attività e ne rivacano benefici dal punto sociale e cognitivo. In generale, dietro al progetto, vi è l’obiettivo è migliorare la vita dei soggetti e capire perché questo avviene”.
Per quattro mesi, coloro che aderiranno al progetto, potranno ballare tango grazie al lavoro di Sandro Catarci e Rosalba Lorenzini e contemporaneamente partecipare ad una attività di riabilitazione presso Cerin.
A fianco all’attività fisica, verrà portato avanti un monitoraggio scientifico, anche attraverso delle Tac, attraverso le quali valutare la struttura del cervello e capire quali modifiche siano avvenute.
“Siamo nella fase di reclutamento delle persone – ha detto Turella – e coloro che sono interessati possono telefonare o scrivere al Cerin”.
All’Associazione Parkinson Onlus, rappresentata da Yvonne Merlo, il ruolo della disseminazione dei risultati del progetto, che avranno una ricaduta a livello nazionale e non solo.
Luigi Cattaneo, ricercatore di Cimec ha quindi spiegato come saranno affrontati questi mesi di sperimentazione, alla quale aderisce anche l’Apss che, come ha detto Cinzia Vivori ricordando l’importanza dell’attività motoria quotidiana non solo per i malati di Parkinson, collabora attivamente per una iniziativa di grande rilevanza scientifica.
“Il tango – ha spiegato Catarci - è una semplice camminata che mette insieme corpo ed emozione. Il corpo non serve a seguire la musica, ma serve a comunicare con un’altra persona”.
Ed è proprio questo uno degli aspetti più interessanti della ricerca, i cui risultati sono destinati a migliorare la qualità della vita di tanti pazienti e delle loro famiglie.