A palazzo Alberti Poja aperto lo spazio Melotti
Una nuova esposizione permanente con le opere delle collezioni del Mart Laezza e Maraniello: «Stiamo concretizzando il progetto del polo culturale»
ROVERETO . Adesso c’è uno spazio tutto per lui. Da oggi a palazzo Alberto Poja apre una nuova esposizione, permanente, e tutto dedicato a Fausto Melotti, uno dei grandi artisti roveretani. Si tratta di un ponte tra il Mart ed il Museo Civico, tra i due musei che si affacciano su corso Bettini. Le opere in mostra - una trentina - provengono tutte dalle collezioni del Mart. Si inseriscono con armonia nelle sale del settecentesco palazzo. In mostra si trovano disegni, sculture, ceramiche, installazioni polimateriche realizzati nell’arco di cinquant’anni, tra il 1930 e il 1980. Tutte opere provenienti dalla vasta produzione di Melotti, nato a Rovereto nel 1901. Tra le opere più note: “I testimoni velati”, del 1977, un’installazione che nonostante le dimensioni monumentali conserva la caratteristica levità della scultura melottiana, la “Scultura G (Nove cerchi)”, che, realizzata tra il 1967 e il 1968, sembra vincere la forza di gravità, “Il sole dell’Apocalisse”, del 1976, che assume la forma di un piccolo racconto, “Contrappunto domestico”, del 1973, che dichiara la passione dell’artista per la musica. «L’apertura del nuovo spazio permanente dedicato a Fausto Melotti è il segnale tangibile del ripensamento delle funzioni del Mart intrapreso negli ultimi anni - ha dichiarato Gianfranco Maraniello, direttore del Mart - un passo dopo l’altro concretizziamo il progetto originario del polo culturale roveretano, così come ideato dai suoi fondatori. Attraverso azioni lungimiranti e sinergiche, tenendo conto dei rispettivi elementi di forza, oggi incrociamo il nostro destino con quello delle altre istituzioni che possono ridisegnare la mappa culturale del territorio». «Questa iniziativa inaugura una stagione di collaborazioni inedite con il Mart, che segnano anche un’apertura della nostra istituzione a soggetti culturali e scientifici del territorio in un’ottica di costruzione di una rete di nuove e significative alleanze», ribadisce Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo Civico. «È un omaggio a un grande roveretano al quale viene dedicato uno spazio che promuove la sua arte proprio nel territorio che l’ha generata. È anche l'ulteriore arricchimento di un sistema museale che si sta sempre più consolidando, sull’asse che dal Mart arriva a fino al castello e in prospettiva a palazzo Betta Grillo», ha concluso il sindaco Francesco Valduga.
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