Seconde case turistiche: Riva dice no alla deroga 

Oggi il consiglio. Per l'amministrazione bisogna puntare sulla qualità e non sulla quantità  dell'offerta. L’assessore Malfer: «Da prg rimangono ancora realizzabili altri 66 alloggi vacanze»


MATTEO CASSOL


Riva. Oggi alle 18.30 (con eventuale prosecuzione domani alla stessa ora) è in programma il Consiglio comunale di Riva. Il punto principale all’ordine del giorno, oltre all’affido ad Apm della gestione del sistema della sosta fino al 2038 (ne abbiamo già riferito su queste pagine), è la disapplicazione delle disposizioni per i comuni turistici in merito alla trasformazione di edifici esistenti in case vacanza.

Con l’assestamento di bilancio di agosto, la Giunta provinciale, per fronteggiare la crisi economica conseguente all’emergenza sanitaria, ha consentito ai Comuni a elevata intensità turistica (tra cui Riva) la possibilità di permettere la ristrutturazione di volumi esistenti per destinarli ad alloggi vacanze, anche in deroga, con una variante al prg semplificata. È prevista d’altra parte anche la possibilità di disapplicare questa disposizione sulle nuove seconde case, con una delibera consiliare da approvare entro il 20 dicembre. Ed è proprio questa l’intenzione dell’amministrazione comunale, secondo la quale «va preferita la scelta di disapplicare la norma sulla liberalizzazione del passaggio alle seconde case, ritenuta non compatibile con lo spirito e con l’obiettivo futuro di dare risposte e impulso ai bisogni del comparto turistico funzionali a elevare semmai l’offerta qualitativa della ricettività e non quella quantitativa».

«All’interno dell’Alto Garda e soprattutto nella nostra città – dirà in Consiglio l’assessore all’urbanistica Mauro Malfer – il modello fondante di ricettività e di promozione turistica da non perdere di vista resta senz’altro quello orientato verso percorsi di sostenibilità e di rispetto ambientale. Neanche le particolari circostanze epidemiche vanno considerate motivo sufficiente per determinare l’apertura all’aumento di immobili adibiti a locazioni brevi a uso turistico, a discapito della disponibilità di alloggi vincolati invece a residenza ordinaria e destinati a soddisfare le esigenze abitative stabili dei fruitori, cittadini o lavoratori che siano. Nel nostro territorio, in chiave di eccellenza turistica, la capacità di ospitalità e di accoglienza deve essere valorizzata con attenzione sempre maggiore, puntando piuttosto a favorire la massima attrattività e competitività di requisiti, standard e servizi alberghieri, per cui non è assolutamente necessario investire oltre nel settore di mercato dell’affitto di case vacanza». Peraltro già così si possono realizzare ancora 66 alloggi riservati alla tipologia a fini turistici sui 106 individuati dalla variante del prg entrata in vigore nell’aprile 2008: «Tali quantità originarie per il tempo libero e vacanze, al momento rimanenti nel numero di 66 unità, vanno considerate coerenti e rispettose delle apposite limitazioni precedentemente stabilite, proprio in funzione di contenimento dell’ulteriore espansione di seconde case. Occorre proseguire in base alla fondatezza della strada tracciata – concluderà l’assessore presentando la delibera ai consiglieri – senza necessità di eccezioni o di aggiornamenti espressamente derogatori».













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