«Niente fusione: i dati dicono che non serve» 

Il sindaco rivano Mosaner boccia la proposta del collega di Arco Betta e lo stesso fa Morandi di Nago Torbole. Possibilista Frizzi: «Ma Tenno deve restare con Riva»



ALTO GARDA. Il Comune unico non s’ha da fare. Dopo l’appello del primo cittadino di Arco Alessandro Betta, che ha aperto le porte a chiunque avesse voluto avviare dei ragionamenti per arrivare a costruire un’unica amministrazione altogardesana, ad esprimersi sono i colleghi sindaci che declinano l’invito portando sul piatto della bilancia principalmente le difficoltà nell’erogazione dei servizi primari in un organismo di tali dimensioni. Insomma, i tempi non sarebbero così maturi come dichiarato da Betta.

Porte chiuse a Nago Torbole con il sindaco Gianni Morandi che proprio sulla gestione dei servizi pone l’accento: «Ritengo che il Comune di Nago Torbole debba rimanere autonomo e mantenere la propria dignità, credo di poterlo affermare a nome di tutti i miei cittadini. Il ragionamento è di prestare attenzione ai servizi che devono essere erogati ai territori e alle persone e che si possono garantire solo quando un Comune ha delle dimensioni ottimali, senza la mediazione di altre reti, circoscrizioni o comitati di partecipazione che non sono altro che l’espressione di un’assenza di controllo e amministrativa in quelle frazioni». Per Morandi se il comune unico non trova ragion d’essere non sono però da escludere i ragionamenti di comunità. «Quello che si può fare - precisa - è partecipare in maniera solidaristica nelle decisioni di sviluppo territoriale attraverso una pianificazione congiunta. Lo scenario delle fusioni è cambiato notevolmente e bisognerebbe andare a indagare laddove si sono effettuate e vedere quali effetti hanno sortito. Penso a Ledro, dove la fusione è partita dal basso, dai cittadini, ma a distanza di tempo quanti tornerebbero indietro?».

L’altra sponda gardesana, quella di Riva, non è da meno affermando che un futuro unitario non potrà essere un traguardo di breve durata, ma che, anzi, la strada da percorrere è ancora lunga e prima di ragionare su di un’unica amministrazione l’unione dovrà arrivare principalmente dalla politica e dalle crescenti gestioni associate dei vari servizi. Il sindaco Adalberto Mosaner, inoltre, ricorda come recentemente il suo stesso consiglio comunale, sul finire di dicembre, si sia espresso negativamente a riguardo: «Sulle fusioni sta emergendo una diversità di visioni con dati che dimostrano come vi sia un limite dell’efficacia di questi processi che premiano le piccole realtà e non quelle grandi. Il consiglio comunale su di una mozione dei 5 Stelle ha bocciato l’intenzione di una grande e unitaria fusione. Puntiamo sul dare una mano alla sussidiarietà del sistema».

A Tenno Gian Luca Frizzi si fa allettare dalla proposta, ma poggiando con i piedi per terra ammette di non poterla accogliere. «Da un punto di vista soggettivo la posso condividere - spiega il sindaco - ma oggettivamente ho l’obbligo, figlio della follia politica, della gestione associata con Riva fino al 2025, unica realtà con la quale, eventualmente, potrei per legge fondermi». (l.o.)

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