«Maso Ronc, realizziamo un giardino botanico» 

L’ipotesi dell’associazione Pinter durante la passeggiata di sensibilizzazione Riccadonna: «Sui terrazzamenti un tempo si conservavano le essenze vegetali»


di Leonardo Omezzolli


RIVA. A Maso Ronc si vuole far sorgere un giardino botanico, un’area dove conoscere la flora autoctona e immergersi nel verde, un balcone sul Garda a pochissimi passi dal centro storico. Questa la proposta che hanno presentato i partecipanti alla camminata di sensibilizzazione promossa dall’associazione Riccardo Pinter/Amici del Museo e che ha introdotto i presenti sulla sommità del terrazzamento più a monte delle particelle di pertinenza del Maso. Un’occasione per chiedere a gran voce che lo stabile venga recuperato e con esso i terrazzamenti che con l’arrivo delle infestanti stanno a poco a poco cedendo. Un luogo apprezzato dai rivani e che s’intreccia indissolubilmente con Riva, l’Inviolata e la fontana del Mosè. A Maso Ronc vi è infatti la sorgente acquifera che alimenta gli storici monumenti.

Anche l’aspetto botanico non è nuovo per l’area. «Qui - spiega il presidente dell’associazione Pinter Graziano Riccadonna - svolgevano un lavoro di conservazione di essenze vegetali, oggi purtroppo in gran parte perdute, sebbene passeggiando tra i suoi terrazzamenti è possibile percepire qualche aroma». In primis menta e origano che sotto i passi felpati dei presenti hanno liberato nell’aere tutti i loro oli e fragranze. «La struttura e l’area è del Comune - continua Riccadonna -. È assurdo lasciarlo in questo stato di fatiscenza». Da oltre un anno l’erba non viene più curata e la vegetazione spontanea sta a poco a poco prendendo il sopravvento in maniera decisa. «È un nostro dovere civico - chiosa Riccadonna - sollevare il caso e mantenere alta l’attenzione visto che nei bilanci comunali si comincia a intravvedere un certo interesse sull’area da parte dell’amministrazione». Ragionamenti di un’area botanica che non sono nuovi e che trovano fondamento nelle idee del professore Battisti, insegnante alle medie rivane. «Battisti - ricorda l’ex sindaco Paolo Matteotti - aveva redatto alcuni libricini, tre in particolare, l’ultimo dei quali, non dato alle stampe, che riguardava l’idea di fare un orto botanico a Maso Ronc». Idea che viene inserita nel piano delle opere pubbliche nel 2009. Successivamente Francesca Bertamini redige per una tesi di Master di secondo livello in progettazione paesaggistica all’Università di Firenze uno studio di proposta d’uso del parco Maso Ronc come orto botanico. Studio che ottiene il massimo dei voti e che viene consegnato in Provincia. Seguendo le linee guida l’area verrebbe recuperata nei suoi terrazzamenti originali ognuno dei quali prenderebbe il nome di venti locali: Boscarola per il più a monte e a scendere Òra, Vinessa, Pelèr, Balì e Ponal (che si trova nella parte alta e settentrionale del Maso). Ogni terrazzamento inoltre avrebbe una sua specifica flora. Un progetto si aggira sul milione di euro senza prendere in considerazione la struttura. Per i presenti si dovrebbe prima consolidare i muri a secco e recuperare il maso e poi dare spazio a un orto botanico più semplice.













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