«Le elezioni provinciali sono la priorità» 

Poche e con scarse possibilità le candidature del territorio per Camera e Senato ma le forze politiche guardano a Trento


di Gianluca Marcolini


ALTO GARDA. Pochi e con scarse possibilità di venire eletti. Non ce l’abbiano a male i candidati dell’Alto Garda alle politiche del prossimo 4 marzo, ma le loro chance di ritrovarsi fra i banchi del Parlamento, nella diciottesima legislatura, sono ridotte al lumicino. Non per colpa loro, ovviamente, ma per i meccanismi di spartizione dei seggi dettati dal Rosatellum (la legge elettorale) e naturalmente per la composizione delle forze in campo. Salvo clamorosi (ma improbabili) colpi di scena nessun altogardesano, candidato nel collegio di Rovereto-Riva-Giudicarie, verrà eletto alla Camera e lo stesso accadrà al Senato.

Proprio al Senato si è registrata la defezione più dolorosa per la Busa, quella del senatore uscente Vittorio Fravezzi, scalzato dall’assessore provinciale Tiziano Mellarini che ha scelto di chiudere la propria carriera politica a Roma levando, così, lo scranno parlamentare al droato che a sua volta aveva preso il posto, cinque anni fa, del rivano Claudio Molinari. Dopo tre legislature di fila, dunque, l’Alto Garda non porterà alcun rappresentante politico in Parlamento, visto che anche il deputato arcense Mauro Ottobre non sarà della partita.

«Per il nostro territorio non è certo una buona notizia - commenta Alessandro Betta, sindaco di Arco e uomo di punta del Pd in Busa - ma non dobbiamo farne un dramma. Il parlamentare del nostro collegio lo elegge da sempre la coalizione di centrosinistra ma se siamo realmente una coalizione dobbiamo viverla come tale e quindi rispettarne le dinamiche che prima premiano un territorio e poi un altro. Ovviamente sono dispiaciuto per il senatore Fravezzi che ha lavorato bene. Il nostro territorio di sicuro non ne trae vantaggio da questa situazione, non riusciamo ad essere uniti nei momenti decisivi e forse c’è poca “periferia” nelle segreterie dei partiti politici. Alle prossime elezioni provinciali dovremo essere più incisivi, quello sarà un appuntamento da non fallire». A Betta non dispiacerebbe un ticket fra un candidato del Pd di Riva ed uno delle Civiche arcensi: «Il nome del civico ce l’ho già in mente, una doppia candidatura da affiancare a quella di Luca Giuliani nel Patt e certamente anche a quella di Vittorio Fravezzi per l’Upt». La presenza del sindaco di Dro alle provinciali è data, a questo punto, pressoché per certa, tra l’altro con la possibilità di spendersi per un incarico da assessore nella prossima giunta. «Dal 5 marzo ci metteremo a lavorare subito per arrivare preparati al voto delle provinciali - fa sapere il coordinatore dell’Alto Garda e Ledro dell’Upt Nicola Cattoi - ma fino al giorno prima testa bassa e tutti uniti per Tiziano Mellarini e per la coalizione. Eravamo per la continuazione del percorso avviato dal senatore Fravezzi ma adesso c’è da lavorare assieme per raggiungere un obiettivo comune».

Con un occhio alle politiche e con l’altro ben aperto alle provinciali di autunno è anche il Patt. «La mancanza di una rappresentanza territoriale a Roma è certamente un problema - spiega il coordinatore di vallata Carlo Pedergnana - per questo dobbiamo impegnarci di più e bene sostenendo i nostri candidati. Ma la vera priorità è cercare di ottenere la giusta rappresentanza territoriale in consiglio provinciale: abbiamo i numeri e anche la forza per eleggere almeno 3 consiglieri, forse anche di più come ha dimostrato la Valsugana la scorsa volta. Il candidato di punta del Patt qui sarà Luca Giuliani».

La vera voce fuori dal coro è quella di Mauro Ottobre, deputato uscente e leader di Autonomia Dinamica: «Ormai c’è ben poco di cui meravigliarsi: il peso politico dell’Alto Garda e Ledro nei confronti di Trento è pari a zero. La classe dirigente che guida le nostre amministrazioni comunali non è stata nemmeno in grado di riconfermare un senatore di zona, e mi riferisco ovviamente a Vittorio Fravezzi. Mantenere una carica così importante avrebbe rappresentato una scelta strategica per un territorio che esprime un terzo del Pil provinciale e che viene costantemente umiliato dalle politiche provinciali. E invece no. Tutto ciò è estremamente indicativo rispetto alla mancanza di forza delle amministrazioni comunali che mai si sognano di “disturbare” i loro padroni a Trento, con gravi ricadute per l’Alto Garda e Ledro, che merita sicuramente di più e di meglio e che non sembra essere in grado di uscire dal guado. Credo che la pazienza sia terminata e che è tempo di creare un’identità forte nel nostro territorio in vista delle elezioni provinciali, altrimenti rischiamo di restare con il cerino in mano. Non possiamo più permettercelo».

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