la nuova proprietà 

Fedrigoni, c’è il nuovo ad: nominato Eugenio Berenga

ALTO GARDA. È stato ufficializzato il cambio di proprietà delle cartiere Fedrigoni, dall’omonima famiglia (alla guida da 130 anni) al fondo americano Bain Capital private equity, il quale ha...



ALTO GARDA. È stato ufficializzato il cambio di proprietà delle cartiere Fedrigoni, dall’omonima famiglia (alla guida da 130 anni) al fondo americano Bain Capital private equity, il quale ha acquisito il 90% del gruppo. Un’operazione di poco superiore ai 600 milioni di euro, con un preliminare di vendita la cui firma risaliva al 22 dicembre. Nuovo presidente e amministratore delegato è stato nominato Eugenio Berenga, che ieri ha scritto a tutti i dipendenti: «Bain Capital private equity ha una lunga esperienza nel supportare i management team delle società in cui ha investito, fornendo loro risorse strategiche per rafforzare il posizionamento di mercato e supportarne la crescita. L’investimento in Fedrigoni per il nuovo azionista è di natura industriale e rappresenta la piattaforma ideale per creare un gruppo internazionale di riferimento nei settori presidiati, sviluppando ulteriormente la gamma di prodotti offerti e continuando il consolidamento della distribuzione su scala globale». Il nuovo presidente-amministratore delegato ha parlato di crescita organica e acquisizioni mirate, con modalità da definire nei prossimi mesi con i nuovi azionisti. La storica famiglia Fedrigoni manterrà una quota del 10% nel capitale della società, attraverso Chiara Medioli, che assumerà la vicepresidenza. In relazione alle preoccupazioni dei sindacati per la tenuta dei livelli occupazionali del gruppo in Italia, il managing director di Bain Capital private equity Ivano Sessa – interpellato da “Il Sole 24 Ore” – non si è sbilanciato, ma ha ribadito «l’ambizione di continuare a crescere, con ricadute positive per tutto il gruppo, sia in Italia che all’estero attraverso la qualità dei prodotti». Fedrigoni – che ha circa 2.700 dipendenti in 14 stabilimenti, di cui 8 in Italia, compresi quelli dell’Alto Garda – ha chiuso il 2017 con un fatturato di 1,08 miliardi di euro (+2,6% sull’anno precedente) e un utile netto a 72,3 milioni (+13,9% sul 2016), dati che la nuova proprietà punta a consolidare. I sindacati prendono atto dell’avvenuto “closing” e attendono l’incontro con l’assessore Olivi previsto per il 2 maggio: «La prima richiesta che muoveranno le organizzazioni sindacali – spiega Alan Tancredi di Uilcom-Uil – sarà quella di conoscere i tempi della procedura di trasferimento d’azienda, ma, non meno importante, chiederemo pure il piano industriale che Bain Capital ha nel cassetto. Questi due passi saranno i primi di nuove relazioni sindacali che chiediamo siano improntate al confronto e al rispetto dei ruoli, al fine di dare dignità al lavoro di tutte le maestranze che in tutti questi anni hanno concorso in prima linea al successo e allo sviluppo di Fedrigoni e Arconvert». (m.cass.)













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