«Ex Cattoi, ormai i buoi sono scappati»
RIVA. «Sull’ex Cattoi la sensazione è che si voglia chiudere il recinto quando ormai i buoi sono scappati». Giovanni Rullo, candidato alle provinciali nella lista Tre di Roberto De Laurentis e...
RIVA. «Sull’ex Cattoi la sensazione è che si voglia chiudere il recinto quando ormai i buoi sono scappati». Giovanni Rullo, candidato alle provinciali nella lista Tre di Roberto De Laurentis e consigliere comunale ad Arco, entra nel vivo della questione che sta tormentando i rivani da anni. Rullo se la prende con il Pd e con il suo ex partito, il M5S. «Il tentativo del capogruppo del Pd di Riva, Gabriele Bertoldi, candidato alle elezioni provinciali, di focalizzare la campagna elettorale sulla vicenda ex Cattoi, altro non è che un goffo tentativo di distrarre l’opinione pubblica dai gravi fallimenti del Pd dell’Alto Garda nella difesa dei diritti dei propri cittadini, sottratti da questa Giunta provinciale in questi 5 anni. Dalla chiusura del punto nascite di Arco e della guardia medica in Val di Ledro, al continuo depredamento dei posti letto ai danni della casa di cura Eremo. E’ evidente che è tardi fare le anime belle adesso. Se la priorità del Pd rivano sul futuro dell’area fosse realmente stata la salvaguardia del verde e dell’interesse pubblico, di certo lodevole, non si capisce perché non abbiano mai minimamente pensato di fare un’offerta per l’acquisizione dell’area anche ricorrendo all’azionariato popolare, nella tradizione della sinistra. La proposta dei 5 stelle di espropriare l’area per realizzare un grande parco pubblico, senza minimamente affrontare i termini economici di una tale azione che darebbe vita ad un contenzioso lunghissimo tra Comune e nuovi proprietari, lascia realmente esterrefatti. Viene da domandarsi da quali processi di democrazia diretta sia uscita l’idea dell’esproprio. Ricordando inoltre che non sempre il risultato di una consultazione popolare dà l’esito atteso, vedi il referendum sulla costruzione del centro commerciale a Bolzano da parte di Benko in cui prevalsero i sì col 64% dei voti».