Commercio equo, rotto l’ultimo tabù: ecco l’outlet 

La bottega di Riva, unica in Italia, vende i prodotti di artigianato a prezzi scontati Il direttore Bridi: «Scelta condivisa, una risposta alle dinamiche del mercato»


di Gianfranco Piccoli


RIVA. La cooperativa Mandacarù, in Trentino sinonimo di commercio equo e solidale da quasi trent’anni, ha rotto l’ultimo tabù. Da pochi giorni, infatti, la bottega di Riva del Garda, in piazza delle Erbe, è diventata un outlet per i prodotti dell’artigianato. Si tratta di una novità assoluta non solamente per il Trentino, dove la cooperativa è presente con undici punti vendita, ma per l’intero territorio nazionale, tanto che il progetto – ha spiegato il direttore Giovanni Bridi – rappresenta una sperimentazione che potrebbe poi essere applicata anche in altre realtà.

La storia di Mandacarù, iniziata alla fine degli anni Ottanta dello scorso secolo, è stata segnata anche da tumultuose battaglie interne sulle politiche commerciali della cooperativa, con scontri tra chi voleva mantenere una linea fortemente alternativa anche nelle modalità di vendita dei prodotti e chi, invece, ha sposato strategie più aperte con l’obiettivo di portare il commercio equo in più case possibili. Epocale, nel 2004, la spaccatura sulle aperture delle botteghe durante le cosiddette “domeniche d’oro”, che portò ad un movimento d’opposizione con centinaia di soci appoggiati dal missionario comboniano padre Alex Zanotelli. Una situazione che sfociò in una drammatica assemblea nella sala della Cooperazione a Trento, che si risolse a favore della corrente – chiamiamola così – progressista.

Notoriamente Mandacarù ha sempre avuto una politica dei prezzi piuttosto rigida, una posizione dettata anche dalla volontà di garantire remunerazioni maggiori ai produttori a discapito dei margini di guadagno della coop stessa. L’apertura di un outlet, proprio alla luce della storia di Mandacarù, non può quindi non far notizia. «Innanzitutto – spiega Giovanni Bridi – questa scelta non intacca minimamente la remunerazione dei produttori. La decisione di aprire un outlet è figlia di vari motivi. Il principale è che il prodotto artigianato, a differenza del settore alimentare - vuoi per la crisi, vuoi per un cambio di abitudine dei consumatori – è meno richiesto. La conseguenza è la difficoltà a liberare i magazzini e far quindi partire nuove ordinazioni, questo sì a discapito dei produttori, molto spesso donne». «È nato così un confronto interno, che ha coinvolto innanzitutto i volontari delle undici botteghe. E si è arrivati così alla constatazione, in modo pragmatico, che era opportuno trovare una strada nuova, ovvero l’apertura di un outlet».

Una soluzione che è stata poi ratificata lo scorso maggio dall’assemblea dei soci e che ha trovato sede naturale nella bottega di Riva del Garda: «Riva è un centro turistico importante, il marchio fair trade è conosciuto in molti paesi e un outlet potrebbe rappresentare un’occasione», spiega ancora Bridi. «In verità negli ultimi anni ci sono stati eventi promozionali nei nostri negozi, ma non abbiamo mai avuto in modo strutturale un punto vendita dedicato: è questa la grande novità».

Va anche detto – come riconosce lo stesso direttore di Mandacarù – che a Riva del Garda la sensibilità rispetto a certe dinamiche commerciali è sempre stata diversa rispetto alla “pancia” del capoluogo, proprio perché la bottega è inserita in un contesto fortemente turistico. Quando ci fu il grande dibattito sulle aperture domenicali, nella Busa praticamente non si mosse foglia.

Parte così la nuova avventura di Mandacarù, realtà che conta 11 botteghe, 13 dipendenti, 330 volontari, 2.500 soci ed è partner principale di Altromercato.















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