CasaPound: «Siamo noi gli aggrediti» 

Botte al Cantiere 26, la versione dei fatti della formazione politica di estrema destra



RIVA. «Le vittime siamo noi». Così CasaPound, in una nota stampa, ricostruisce l’episodio avvenuta sabato 10 marzo all’esterno del Cantiere 26. CasaPound non smentisce la lite violenta scoppiata per motivi politici e nemmeno l’appartenenza di due dei tre protagonisti a CasaPound, ma secondo il partito di estrema destra sarebbe stato il diciassettenne finito al pronto soccorso (10 giorni di prognosi) a colpire per primo.

«Alcuni giornali parlano di un pestaggio avvenuto ai danni di un diciassettenne, sabato scorso al Cantiere 26 ad Arco, ad opera di un attivista di CasaPound ma siamo pronti a tutelare dalle bugie il nostro movimento e a dimostrare il contrario in tutte le sedi opportune», scrive in una nota il movimento di estrema destra che pochi mesi fa ha inaugurato una sede a Riva, a San Nazzaro. «La ricostruzione è inesatta e faziosa - si legge ancora - poiché parla di un pestaggio causato da un giovane esponente di CasaPound ignorando però il fatto che sia stato proprio il diciassettenne, sedicente antifascista, a provocare e aggredire per motivi politici il nostro attivista causandogli lesioni già refertate e guaribili in 20 giorni».

«Ancora una volta si cerca di gettare fango sul nostro movimento che in Trentino, come in tutta Italia, sta continuando a crescere nei consensi grazie alle sue innumerevoli attività sociali e alle sue battaglie in difesa degli italiani, ricostruendo fantasiosi pestaggi e aggressioni. Siamo disposti - conclude CasaPound - a dimostrare la nostra verità in tutte le sedi opportune, agendo fin da subito anche dal punto di vista legale per tutelare il nostro movimento e il nostro attivista».















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