Bazzanella: «Non è una caccia alla poltrona»

Riva. Continuano le lacerazioni politiche (ma anche personali) dopo la decisione da parte della coalizione di Mauro Malfer di apparentarsi con quella di Cristina Santi. Il boccone è stato indigesto...



Riva. Continuano le lacerazioni politiche (ma anche personali) dopo la decisione da parte della coalizione di Mauro Malfer di apparentarsi con quella di Cristina Santi. Il boccone è stato indigesto soprattutto per molti componenti e sostenitori de “La Scelta”, la lista del polo civico territoriale autonomista caratterizzata dalla maggior presenza di componenti storicamente di sinistra. Dopo che metà dei candidati consiglieri tramite un comunicato si è esplicitamente dissociata dall’apparentamento con il centrodestra («per ragioni di storia personale e di sensibilità politica»), il (teorico) referente della lista Rocco Frizzi ha annunciato il proprio abbandono: «Ho scritto e ribadito che mai avremmo fatto un’alleanza con la destra in caso di ballottaggio. Ho peccato di ingenuità pensando che ciò fosse condiviso da tutti. Fino all’ultimo ho cercato di bloccarlo. Se qualcuno confidava in me chiedo scusa ma in politica è il peso con cui esci dalle urne a darti forza nelle decisioni e purtroppo il mio peso è quello di una formica in balia della tempesta».

Ai dissidenti replica chi invece ha voluto siglare il “patto per Riva”: «È stata una decisione molto sofferta – si legge nella nota inviata da Franca Bazzanella (non candidata) – che ha portato a una scissione interna. Alcuni di noi hanno ritenuto che accettare l’apparentamento avrebbe significato aderire a un’ideologia politica che non ci appartiene rinunciando alla nostra identità. Noi ritentiamo invece che il riconoscimento del nostro programma e l’avere di pari dignità in Consiglio comunale siano sufficiente garanzia per il mantenimento dei nostri ideali e della nostra identità politica. Chi ha deciso di restare lo ha fatto consapevole che si sarebbe esposto ad attacchi, accuse di tradimento, di arrivismo politico ma anche fiducioso che la cittadinanza avrebbe compreso che rinunciare a questa possibilità avrebbe precluso definitivamente l’occasione di incidere in modo significativo al governo della città». Secondo gli “apparentati” de La Scelta, «il programma è stato accolto in toto» ed«entrare in Consiglio per governare la città non è una caccia alla poltrona e non preclude in alcun modo la possibilità di chiudere la partita qualora gli accordi non venissero rispettati». M.CASS.















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