«Basta con il turismo di massa,  ora serve un nuovo modello» 

Le proposte. Il Coordinamento Ambientale Alto Garda ha predisposto un documento con undici indirizzi di governo da presentare ai quattro candidati sindaci: «Basta mediazioni, ora servono partecipazione, ascolto e recepimento»


Nicola Filippi


Riva. Il Coordinamento Ambientale dell’Alto Garda va giù pesante, in vista delle prossime elezioni comunali di Riva. Non presenta un proprio candidato sindaco, come avviene ad Arco con Sonia Parisi, ma presenta un documento con 11 proposte per indirizzi generali di governo del territorio. Una sorta di “elisir” per salvaguardare il territorio. «È finito il tempo della mediazione, ora serve un dialogo costruttivo con il sindaco o la sindaca per un nuovo futuro dell’Alto Garda». Basta con i numeri da capogiro del turismo: «Deve cambiare modello, deve essere di qualità, che apprezza il paesaggio, la nostra fauna e le essenze botaniche uniche del nostro clima», dicono Marina Bonometti, Paolo Matteotti, Carla Del Marco e Sergio Negrisolo, rappresentanti locali di Wwf Trentino-Italiana Nostra, del Comitato Sviluppo sostenibile e del Comitato Salvaguardia Olivaia di Arco. I candidati sindaci di Riva (Cristina Santi, Mauro Malfer, Andrea Matteotti, Adalberto Mosaner, in rigoroso ordine alfabetico), riceveranno il documento nelle prossime ore e negli incontri pubblici lo potranno discutere e analizzare.

Il nuovo modello politico dovrà essere improntato su partecipazione, ascolto e recepimento degli indirizzi generali di tutela dell’ambiente. «Noi saremo pungolo per tutti i candidati - ammettono - noi siamo portatori d’interesse per l’ambiente. Auspichiamo una nuova sensibilità per le nostre tematiche», spiega Matteotti. «Il nostro territorio è delicato - ammette Bonometti - deve essere tutelato, perché finora è stato vandalizzato. Con cemento e nuove infrastrutture che hanno eroso il territorio agricolo». Stiamo perdendo la nostra identità, ripetono. «Tre milioni e mezzo di turisti sui 27/28 che popolano in una stagione tutto il Garda sono davvero troppi, serve alzare la qualità del turismo», spiega Del Marco. «Non dobbiamo arrivare al numero chiuso, ma deve cambiare modello». «Più qualità di vita anche per i residenti - ribadisce Bonometti - basta code di auto e qualità dell’aria pessima». Serve una mobilità leggera che sostituisca l’idea di treno. «Il Brione? Quella montagna non si tocca, è unica», dice ancora Carla Del Marco. «Lo scalo ferroviario al porto San Nicolò? Velleitario», ribadisce Paolo Matteotti.

E la qualità dell’acqua? «I pesci stanno agonizzando - spiega, dati alla mano, Sergio Negrisolo - non ci sono più alborelle, nel lago sono presenti solo il 20 per cento di specie rispetto agli anni 80. Il turismo è eccessivo, la cementificazione delle sponde deve essere fermata, c’è troppo inquinamento (cloro, fosfati e nitrati, da dati della Provincia di Verona)». Anche qui, il modello deve cambiare: «Più controlli e adesione al Contratto di Lago».













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