Arco, Aquafil entra in “cassa” fino al 23 maggio per Covid

Arco. È stata avviata la procedura di cassa integrazione per lo stabilimento Aquafil di Arco. «Siamo a comunicarvi – ha scritto l’azienda a Femca-Cisl, Filctem-Cgil, Uiltec-Uil e alla rsu – che ci...



Arco. È stata avviata la procedura di cassa integrazione per lo stabilimento Aquafil di Arco. «Siamo a comunicarvi – ha scritto l’azienda a Femca-Cisl, Filctem-Cgil, Uiltec-Uil e alla rsu – che ci vediamo costretti a richiedere la concessione del trattamento ordinario di integrazione salariale, con causale “emergenza Covid-19”. Tale decisione è resa necessaria e urgente dall'attuale contesto caratterizzato dall'impatto dell'emergenza sanitaria legata al virus Covid-19 e dai provvedimenti restrittivi disposti dalle autorità competenti. Pertanto, sarà attuata la sospensione-riduzione dell'attività lavorativa nei riguardi di un numero massimo di lavoratori pari a 497 unità, occupati presso lo stabilimento di Arco, per una durata di nove settimane, decorrenti dal 23.03.2020 e fino al 23.05.2020. L'azienda si rende disponibile all’effettuazione dell'esame congiunto in via telematica, previsto dalla normativa». Ed è proprio nella fase di consultazione (online) con i sindacati che emergeranno i “veri” numeri della misura adottata, perché quello di 497 lavoratori è appunto il numero massimo possibile. Stando a quanto riferito ai rappresentanti sindacali interni, l’azienda ha aperto la cassa integrazione perché ormai ci sono dipendenti arrivati agli sgoccioli con le ferie (si parla in questo caso di operai, perché per il personale impiegatizio sono state attivate per quanto possibile modalità di “smart working”, tant’è che gli uffici sono pressoché deserti). Alla base della decisione c’è anche il fatto che il mercato legato alle auto pare essere praticamente fermo, mentre pare continuare ad avere mercato il filo industriale di cantiere. «Il calo della produzione – commenta, in attesa di conoscere l’entità del provvedimento attivato, il segretario provinciale Uiltec-Uil Alan Tancredi – è sintomatico del rallentamento della filiera europea. Ci auguriamo che questo stop vada nella direzione di contenere e “spegnere” il virus». M.CASS.















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