Rifiuti del tunnel del Brennero smaltiti illecitamente in val di Non: discarica abusiva in zona tutelata vicino al Noce
I carabinieri del Noe sequestrano le aree a Campodenno e Ton. Indagate tre persone e un'impresa
LE FOTO. Le aree vicino al Noce usate per sotterrare i rifiuti
TRENTO. Nelle bonifiche agrarie in valle di Non sarebbero finiti rifiuti di lavorazione della galleria del Brennero mescolati con fanghi e limi di impianti di lavorazione di terra e roccia da scavo. Nell'ambito della specifica manovra di monitoraggio nazionale sulle Grandi opere pubbliche i carabinieri del Noe e gli operatori del Nucleo ispettivo dell'Appa provinciale, coordinati dal Procuratore Capo Sandro Raimondi e dalla pm Alessandra Liverani della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo trentina, hanno infatti individuato a Campodenno e Ton, in Val di Non, le aree in cui sarebbero stati in parte smaltiti i rifiuti provenienti dai lavori per la realizzazione della Galleria del Brennero.
Si allarga l’inchiesta che già a inizio anno aveva portato al sequestro di un impianto di recupero rifiuti.
Secondo gli investigatori, sarebbero circa 100.000 i metri quadrati di terreni interessati. Tra le aree individuate anche un'area di pregio ambientale, un biotopo di 7.000 metri quadrati, scavato fino alla falda, dove sarebbero stati scaricati anche limi. Si tratta di una zona che si sviluppa tra il fiume Noce e la SS43, di proprietà del Servizio bacini montani della Provincia autonoma di Trento, senza che apparentemente nessuno si sia accorto di nulla. Sul fronte delle bonifiche agrarie sono state invece localizzate, sempre nella Val di Non, otto macro aree all'interno delle quali si ritiene fossero stati illecitamente smaltiti i rifiuti.
Al riguardo sono state registrate le prime iniziative dei proprietari dei terreni interessati dagli illeciti smaltimenti, immediatamente attivatisi per rimuovere i rifiuti e ripristinare le aree per la destinazione agricola, iniziative che dovranno essere adottate anche dagli ulteriori proprietari dei terreni interessati.
Gli indagati sono tre, più un'impresa. Tra i reati contestati la gestione illecita di rifiuti, lo smaltimento in bonifiche agrarie, il traffico di rifiuti, l'utilizzo improprio di area demaniale e l'asportazione illecita di materiale, poi utilizzato in edilizia. I tre avrebbero tratto molteplici vantaggi economici: in particolare dalla vendita del materiale demaniale abusivamente asportato e dal denaro risparmiato smaltendo i rifiuti nei vuoti ricavati.
I sequestri odierni - informa il Noe - sono stati eseguiti nel prosieguo di un'ampia e complessa indagine, denominata "Brennero", che già agli inizi dell'anno aveva portato al sequestro di un impianto di recupero rifiuti, dove, secondo gli investigatori, i titolari, eludendo le norme tecniche e analitiche, facevano transitare i rifiuti, per poi recapitarli in quelle che avrebbero dovuto essere delle bonifiche agrarie, ma che di fatto si erano rilevate essere delle discariche abusive.