Portò in salvo 100mila ebrei, compie 105 anni
Marko Feingold, reduce da Auschwitz, fece passare i sopravvissuti dal Brennero e dai Tauri
BOLZANO. È sopravvissuto a quattro campi di concentramento, nell'immediato dopoguerra accompagnò dall'Austria verso l'Italia 100 mila ebrei, diretti in Palestina, e ancora oggi va nelle scuole a parlare della follia nazifascista: Marko Feingold compie 105 anni.
«Non ho idea se sono il più anziano sopravvissuto ai campi di concentramento in Europa. Non conosco le statistiche. Di certo non mi vanto di essere sopravvissuto a quattro campi di concentramento», dice.
Sono davvero sette le vite vissute da questo piccolo, grande uomo, che nonostante la sua età ha mantenuto uno spirito sveglio e arguto.
Nasce il 28 maggio 1913 a Banská Bystrica, all'epoca Ungheria oggi Slovacchia, e cresce a Vienna. Tra le due guerre fa il commesso viaggiatore in Italia, dove con estrema facilità apprende la lingua. Ancora oggi si diverte a parlare in italiano.
«Anche se da un'ottantina d'anni lo pratico poco», scherza. Nel 1939 si trova a Praga, quando viene arrestato e deportato ad Auschwitz. Feingold passa anche per i campi di concentramento di Neuengamme, Dachau e Buchenwald fino alla liberazione. Nel dopoguerra accompagna in Italia 100 mila ebrei diretti in Palestina.
«Mi presentavo al Brennero con 200-300 ebrei, dicendo che erano italiani deportati e mi facevano passare», ama ricordare. Quando nel 1947 l'Austria chiude il Brennero per gli ebrei, Feingold individua un sentiero di alta montagna al passo dei Tauri. In quell'estate migliaia di ebrei raggiungono così a piedi di notte l'Alto Adige. Con la fondazione dello stato d'Israele l'Austria riapre i confini e Feingold si trasferisce a Salisburgo dove inaugura un negozio di abbigliamento «Wiener Mode».
A 105 anni è ancora presidente della comunità ebraica della sua città. Feingold è un europeista convinto. «In Europa - dice - sempre più cittadini si allontanano dai partiti tradizionali perché evidentemente la politica non riesce a soddisfarli. Un motivo sarà anche che a Bruxelles spesso vanno politici di serie B e C in attesa dell'età pensionabile. Almeno in Austria, i politici parlano troppo poco d'Europa, tranne forse in campagna elettorale».
A Feingold non piacciono i venti populisti che si avvertono in Europa. «Gli elettori si fanno sempre meno problemi a votare partiti di destra e populisti, forse anche perché i “vecchi” partiti non danno risposte ai veri problemi dei cittadini.
Nessuno vuole affrontare realmente i problemi, come la disoccupazione, i salari bassi, le tasse e la corruzione. Invece si alzano sempre più i toni e rischiamo di schiantarci contro il muro», mette in guardia Feingold.
Anche a 105 anni non ha la minima intenzione di rallentare. È uno dei promotori dell'Alpine Peace Crossing, una marcia della pace in ricordo della fuga degli ebrei nel dopoguerra. «Il mio compito è sempre stato quello di portare testimonianza ai giovani, di metterli in guardia dai pericoli e di stimolarli ad analizzare sempre con attenzione le azioni della politica».
Per portare avanti questa missione Feingold sogna un'ottava vita.