Picchiava la compagna: via la pistola alla guardia
Botte, minacce e in casa aveva messo persino telecamere e “cimici”
TRENTO. Non potrà riavere la propria arma né esercitare la sua professione, una guardia giurata che operava in Trentino, senza il benestare del Questore.
L’uomo nell’ottobre dello scorso anno è stato denunciato alla Questura dalla convivente, per un episodio di violenza domestica risalente a due anni prima. La violenza, che si era consumata all’interno delle mura domestiche, era consistita in lesioni, percosse e in minacce rivolte alla convivente. Non solo, l’uomo aveva installato anche telecamere e “cimici” nella dimora della coppia.
La guardia giurata, in seguito alla denuncia, venne ammonita oralmente dal Questore: gli furono cautelativamente ritirati l’arma, le relative munizioni e il porto d’armi per difesa personale a guardie giurate, rilasciato nel 2015. A causa del ritiro dell’arma e del documento per svolgere l’attività di guardia giurata, l’uomo venne collocato in aspettativa non retribuita dall’impiego. Per questo la guardia giurata si rivolse al Tar. Secondo lui non vi sarebbero state condotte persecutorie tali da giustificare il provvedimento di ammonimento. In seguito, la sua convivente era morta (per cause naturali), per questo il ricorrente aveva chiesto l’annullamento dei provvedimenti a suo carico. Il ricorso è stato ritenuto infondato dal Tar.