Più di un lavoratore su tre dichiara un “disagio elevato” per il caldo in fabbrica
L’indagine Film Cisl nelle principale fabbriche metalmeccaniche: “Il 38% dei lavoratori trentini dichiara un disagio elevato, il 7,7% una condizione insopportabile”.
TRENTO. I risultati del sondaggio (promosso dal 15 luglio, per raccogliere segnalazioni di disagi e sintomi durante l'attività lavorativa nelle scorse due settimane), il 30,8% dichiara un livello di disagio percepito moderato. Il 38,5% elevato, il 23,1% molto elevato e il 7,7% (4 lavoratori) addirittura insopportabile. Sono i risultati della campagna di monitoraggio della Fim Cisl del Trentino nelle principali fabbriche metalmeccaniche trentine.
Sono pervenute 52 segnalazioni da almeno 17 aziende metalmeccaniche (la dichiarazione dell'azienda era facoltativa e in molti casi non è stata riportata, quindi potrebbero essere di più le aziende coinvolte).
Nel 32,7% dei casi si tratta di giovani di età inferiore ai 35 anni, nel 50% dei casi di lavoratori e lavoratrici tra i 35 e i 55 anni mentre per il restante 17,3% di over 55. Solo il 28,8% sono donne. Non sono stati riscontrati sintomi specifici nel 21,2% dei censiti. Nel resto dei casi, però, il sindacato ha raccolto però dichiarazioni sui sintomi riscontrati.
Oltre alla prevedibile sudorazione abbondante e continua nel corso della giornata (71,2% dei casi), comunque da non sottovalutare per i rischi di disidratazione e abbassamento della pressione correlati, sono stati segnalati astenia, e affaticamento anomalo (28,8%), rossore o pallore cutaneo (5,8%), mal di testa (26,9%), polso debole o accelerato (11,5%), formicolio alle dita (1,9%), instabilità emotiva e perdita lucidità (17,3%), perdita di coordinazione o equilibrio (11,5%), tremori e pelle d'oca (1,9%), crampi da calore (3,8%), iperventilazione o respiro affannoso (15,4%), vomito (1,9%).
"Un quadro sicuramente parziale e comunque serio che impone di mantenere la massima attenzione su un problema crescente e spesso subdolo e spesso trascurato da aziende e sottovalutato dagli stessi lavoratori, che va invece affrontato in ottica preventiva e soluzioni sia tecnologiche che organizzative in grado di garantire accettabili livelli di benessere anche durante le ormai abituali ondate di calore estive", commenta la Fim Cisl.