Via le barriere dalla spiaggia “al Faro” 

La nuova proprietà elimina cartelli di divieto, transenne e cavalletti: l’associazione “Noi per l’Is-Cia” lo chiedeva da anni


di Roberto Gerola


PERGINE. La storica spiaggia della Nogarola, lungo la sponda di Ischia del lago di Caldonazzo, torna ad essere pubblica e tornerà probabilmente ad essere denominata appunto “Nogarola” e non più “al Faro”. Questo nome aveva usurpato quello storico caro alle generazioni passate quando il tratto di spiaggia era liberamente frequentato da tutti. Il nome “al Faro” era arrivato negli anni ’70 quando appunto venne costruita la struttura balneare che aveva anche delimitato la proprietà dotandola di una serie di cartelli “intimidatori”: erano interdetti accesso e proprietà, compreso l’ampio parcheggio nelle dirette vicinanze tra la spiaggia e la statale 47. Il tratto di sponda (prima e dopo “Il Faro”), era stato oggetto di una serie di interventi che ne avevano stravolto lo stato fisico: sassi e cemento, ghiaia e cavalletti in ferro, allargamenti vari sempre con fondo ghiaioso erano apparsi un po’ alla volta. Di fatto il transito era bloccato così come avviene, ancora oggi, in altri troppi lunghi tratti della sponda perginese, ma non solo. E cinque anni fa (luglio del 2013) avevamo proposto un servizio in questa pagina denunciando una situazione assurda per l’attività turistica sul lago.

Struttura e area hanno recentemente cambiato proprietario. Ora sono in mano alla Palcos srl che fa capo all’ingegner Flavio Pallaoro. La prima sua azione è stata togliere tutte le “barriere”: cartelli di divieto, transenne e cavalletti (insieme ai plinti) e liberare il transito. Sono state sostanzialmente e immediatamente recepite le istanze che da anni sono portate avanti da “Noi per l’Is-cia”, l’associazione che si preoccupa sì di animare la frazione perginese con le proprie attività, ma anche di favorire l’uso della spiaggia sottostante. Un incontro, appunto in proposito, si è svolto recentemente tra gli esponenti dell’associazione (Claudio Angeli, Andrea Ferruzzi, Luigi Furgeri e Giordano Angeli) e Pallaoro che, dopo il tempo necessario per contattate i Bacini montani, ha “sbarrierato” la spiaggia.

Per “Noi per l’Is-cia”, ma anche per i Pescatori Rivieraschi, si tratta di un primo tassello importante realizzato grazie alla volontà dei privati. Ma non hanno perduto l’occasione per tornare su vecchi discorsi e quindi per parlare degli interventi necessari per migliorare la situazione. Parole troppo spesso inascoltate: per esempio la concessione in uso (ai Pescatori Rivieraschi) della Darsena Dalmeri per farne un museo degli attrezzi da pesca aperto ai turisti; ma anche “rimediare” alla scogliera di sassi e cemento lungo la sponda nord che si rivela micidiale per la fauna ittica; promuovere incontri con i proprietari di villette lungo la sponda per arrivare a ottenere un passaggio libero (ora c’è solo fino a pochi metri dopo la Ca’ Rossa); avviare interventi che migliorino (per la sicurezza) il percorso pedonale dalla spiaggia all’abitato di Ischia; permettere la realizzazione di un pontile (i Pescatori Rivieraschi non hanno siti dove collocare le proprie barche se non al Valcanover, sulla sponda opposta). E poi rivedere il percorso attraverso il biotopo di San Cristoforo, sempre per avere un passaggio lungo tutta la sponda del lago. Ma su questo aspetto, intanto, qualcosa è già stato modificato.

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