Ventuno giovani volontari tra i bambini di Addis Abeba 

Il progetto. Hanno tra i 14 e i 18 anni e oggi partiranno per l’Etiopia dove saranno chiamati ad affrontare una forte esperienza di vita nata all’interno del Piano giovani Valsugana e Tesino


Marika Caumo


Borgo. Le valigie sono pronte. I biglietti di imbarco pure. Per 21 ragazzi della Valsugana e del Tesino, di età compresa tra i 14 e i 18 anni, sta per iniziare un viaggio che è prima di tutto un’esperienza di vita, una di quelle che ti segnano nel profondo. Questa mattina partiranno, infatti, per l’Etiopia e raggiungeranno la città di Addis Abeba dove, per due settimane, presteranno volontariato al Testimony Feeding Center, luogo in cui ogni giorno giovani da ogni parte del mondo cercano disinteressatamente di trasmettere speranza a bambini la cui vita è iniziata decisamente in salita.

Un coinvolgente incontro

Un viaggio che fa parte di un più ampio progetto, sostenuto dal Piano giovani Valsugana e Tesino, le cui radici vanno cercate in un incontro avvenuto lo scorso inverno. Il desiderio di partire per il Corno d’Africa, di dare una mano, è nato dal confronto con Gadisa Birhanu, ex ragazzo di strada e fondatore del centro di solidarietà Testimony 2540, che, nel novembre 2018, ha portato la propria testimonianza di resilienza agli studenti dell’Istituto Degasperi. Da quel momento è emersa la necessità di dare vita a un progetto che porterà 21 di loro, alcuni dei quali già attivi nel volontariato locale, a spendersi concretamente per i meno fortunati.

Incontri formativi

In maggio si sono preparati partecipando a una serie di incontri formativi promossi dall’Associazione di Cooperazione Cristiana Internazionale (Accri) e sono stati introdotti agli usi e costumi della cultura etiope dalla dottoressa Agitu Idea Gudeta. Ad Addis Abeba saranno impegnati nell’organizzare attività di gioco, di aiuto compiti e di educazione allo sport per i bambini del centro e al loro ritorno racconteranno l’esperienza maturata attraverso una serie di incontri aperti alla cittadinanza. «21 giovani potevano trascorrere un’estate diversa prima del ritorno tra i banchi di scuola. Potevano chiudere gli occhi. Ma loro hanno creduto che diventare grandi significasse provare, con il proprio impegno, a cambiare le cose», conclude Stefania, referente tecnico organizzativo del Piano Giovani di Zona valsuganotto.













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