Un unico Parco Miniere tra il Lagorai e il Calisio
Alta Valsugana. Presentato In Comunità di valle a Pergine il progetto che con un nuovo nome e un rinnovato logo che coinvolge tutte le realtà di valle dei Mocheni, Perginese e Argentario
PERGINE. Presentato il nuovo progetto “Parco Miniere Lagorai” (la nuova denominazione) che coinvolge tutte le realtà minerarie che hanno segnato in maniera determinante la vasta area che comprende Valle dei Mocheni, Monte Calisio sopra Trento e il Perginese. E’ avvenuta l’altro giorno nella sede della Comunità Alta Valsugana e Bersntol, presenti i vertici della Comunità, di numerosi Comuni, di tecnici ed esperti e del Comitato promotore.
Nuovo logo
Il Parco Miniere Lagorai si presenta con un nuovo logo, una nuova grafica che contraddistinguerà d’ora in poi l’immagine del Parco e che è stata applicata al sito internet, alla App, alla segnaletica, alle brochure e a tutto il materiale informativo, che si presenta quindi moderna e accattivante, e soprattutto immediata nel divulgare i concetti di territorio, natura e cultura propri del Parco.
Arriva la App
E’ stato realizzato anche un portale internet, che consentirà un alto grado di fruibilità dei contenuti da parte di utenti che potranno così scoprire diversi temi e aspetti del Parco quali la storia, l’ubicazione dei siti d’interesse, i percorsi, gli eventi e le attività, le gallerie fotografi che e video e altre informazioni di carattere generale anche sul territorio limitrofo. Una App, inoltre, permetterà di conoscere e usufruire al meglio i differenti punti di interesse presenti nel parco. Attraverso una navigazione semplice e intuitiva, l’utilizzatore dotato di tablet o smartphone potrà trovare indirizzi e orari oltre che, se presente una connessione internet e attiva la modalità di geolocalizzazione del dispositivo, visualizzare la propria posizione sulla mappa, i dati di navigazione e le distanze dai punti di interesse selezionati.
I finanziamen ti
Il nuovo progetto è stato reso possibile grazie al finanziamento di fondi europei stanziati nell’ambito del Progetto Leader e dal Gruppo di azione locale (Gal) del Trentino Orientale. Lo scopo è stato quello di generare, attraverso il recupero di un patrimonio storico come quello delle miniere, un elemento di attrazione turistica di portata nazionale e internazionale. Un patrimonio costituito da piccoli musei, miniere ancora visitabili, siti di archeologia mineraria e sentieri che un tempo erano funzionali all’attività mineraria, il tutto collocato in una suggestiva cornice naturale. E quindi con ricadute sulla crescita economica e turistica con la possibilità di conoscere una storia lunga mille anni, nata dalla tradizione mineraria trentina e tirolese, conclusasi agli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso con la cessata attività della miniera di Calceranica. E che per taluni aspetti ha un seguito con l’avvento dell’estrazione del porfido che, nonostante il periodo di crisi, continua a segnare il legame tra risorsa geologico mineraria ed economia locale.
Appeal turistico
Turisticamente potrà avere importante ruolo perché porterà risorse a imprenditori locali e Comuni coinvolti. Dal noleggio di mountain bike e di e-bike al food, passando dall’ospitalità alberghiera fino alla valorizzazione e commercio di prodotti locali a chilometro zero. Oltre a un’importante rete di sentieri e percorsi, il Parco comprende diversi siti museali visitabili che raccontano il percorso minerario da una fase preistorica fino a quella industriale più recente, come l’Area Archeologica di Acqua Fredda, al passo del Redebus; la miniera di Erdemolo (Gruab Hardimbl) e il museo Perkmandlhaus a Palù del Fersina, il museo Pietra Viva, a Sant’Orsola, e la Miniera di Calceranica, ma anche il museo Casa del Porfido in val di Cembra.
Il tutto è stato illustrato e commentato nel dettaglio da Pierino Caresia (presidente della Comunità) con l’assessore Sandro Beber e da Pino Putignani e Sandro de Manincor dell’agenzia Nitida Immagine srl di Cles, che ne ha studiato il progetto grafico e di comunicazione.
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