«Secche e “ondate” dannose per l’alveo»
PERGINE . Le problematiche relative al torrente Fersina trovano riscontro soprattutto nelle osservazioni presentate dall’Associazione Pescatori Fersina e Alto Brenta, più che nella recente serata...
PERGINE . Le problematiche relative al torrente Fersina trovano riscontro soprattutto nelle osservazioni presentate dall’Associazione Pescatori Fersina e Alto Brenta, più che nella recente serata promossa dal Comitato a tutela delle acque pubbliche in Trentino. Sono documenti che contengono un’analisi dettagliata e a volte impietosa della situazione ma anche e soprattutto le necessarie indicazioni per rimediare allo stato di fatto. Sono indicazioni per le centrali di Canezza, Sant’Orsola e Palù del Fersina, redatte da Lorenzo Betti, ittiologo e consulente dei pescatori, ma non solo, visto che è fondatore del Comitato salvaguardia acque del Trentino (nel 1996), estensore dello studio sul deflusso minimo vitale (Dmv), della Carta ittica provinciale e via dicendo.
Per Canezza, si sottolinea innanzitutto che il rinnovo della concessione (per il quale esprime tuttavia parere favorevole) rappresenta la prima possibilità di sottoporre l’impianto a una valutazione ambientale da quando (nel 1985) fu realizzato. Passa quindi alle criticità circa la relazione allegata alla domanda di rinnovo. «E’ poco credibile perché non descrive in modo sufficiente gli impatti pregressi e attuali dell'impianto». Presenta quindi «un'analisi del tutto insufficiente dello stato attuale del tratto derivato, che, oltre a subire in fase di "centrale ferma" gravi fenomeni di riduzione della portata fino a gravissimi eventi di totale prosciugamento, è sottoposto a quotidiane e dannose “ondate” fino al Rio Silla - Rio Farinella in base alla produzione nei momenti di maggior pregio dell’energia elettrica (e di accumuli negli altri) con effetto spazzamento dell’alveo particolarmente nocivo per l’ambiente». Di conseguenza, si chiede «che sia colta l'occasione risolvere o almeno attenuare i più gravi ed evidenti impatti sull'ambiente acquatico, sulla ittiofauna, sulla gestione ittica e della pesca manifestatisi durante la prima concessione, ormai scaduta». Si chiede in sostanza «un maggior rilascio costante e una compensazione annua di 15.000 euro per sostenere l'onerosa attività di riproduzione artificiale e ripopolamento condotta dai Pescatori con gli impianti di Valscura e di San t’Orsola Terme». Anche per le derivazioni di Palù del Fersina e di Sant’Orsola si chiedono «soluzioni per almeno gli impatti più critici sull'ambiente: più rilascio e anche i compensi in denaro». (r.g.)