L'INTERVISTA giuseppe facchini 

«San Cristoforo, interventi  integrati e turismo soft» 

Il “verde” perginese. Torna in Comune all’opposizione e come vice presidente del consiglio «Vogliamo che non venga estesa la fascia residenziale lungo via Dolomiti fino al torrente Fersina»


Maddalena Di Tolla Deflorian


Pergine. Proseguiamo il nostro viaggio attraverso le riflessioni dei consiglieri di minoranza sul documento programmatico presentato dal sindaco Roberto Oss Emer nell’ultimo consiglio comunale. Ne parliamo con Giuseppe Facchini, di Europa Verde, candidato sindaco non eletto per SiAmo Pergine, in passato consigliere comunale, assessore, presidente del consiglio comunale, e oggi vicepresidente del consiglio comunale.

Facchini, cosa prova a stare di nuovo su quei banchi?

Torno volentieri in consiglio. Non si abbandona il campo: è responsabilità delle persone elette rispettare il voto dei cittadini, essere a disposizione. Anche come consigliere metto la mia esperienza maturata in tanti anni. Bisogna valorizzare il ruolo del consiglio comunale. In passato è stato fato l’ errore di ridurre il numero dei consiglieri; Pergine ne aveva 30, adesso siamo in 22.

Cosa pensa del documento programmatico?

Contiene cose importanti, non scontate, che condividiamo. In particolare lo stop al consumo di suolo, lui dice “é conclusa la fase espansiva, Pergine non può più crescere in ampiezza”. In particolare apprezzo tre punti : l’importanza del territorio, la dichiarata centralità della questione ambientale, l’idea di una comunità senza discriminazioni. Dopo di che, vedremo le prime scelte, con il Bilancio preventivo 2021. Noi siamo lì anche per vedere e collaborare, e dire dei si o dei no, in maniera costruttiva.

Su qualche ambito territoriale, avete qualcosa da dire subito?

Ci teniamo molto che non venga estesa la fascia residenziale a nord-est della città, lungo via Dolomiti fino al torrente Fersina: si prospettava anni fa, poi non se ne è più parlato. Bisogna essere vigili. Vale anche per altre zone, il territorio dovrà essere centrale.

Il sindaco promette di stendere “tappeti rossi”, in senso metaforico, a chi voglia investire a San Cristoforo. Che dite di questo e del rapporto con il lago in generale?

Io farei un tappeto verde, nel senso che va bene valorizzare quella zona, San Cristoforo ha bisogno di interventi ma partendo da quello che c’è, con un confronto con chi ci lavora. Dobbiamo andare verso il turismo soft. L’importante è che tutto sia integrato, senza interventi spezzatino. Se c’è la volontà di lavorare insieme, pur nei diversi ruoli, si può fare. Il sindaco parla della traslazione della strada sotto Tenna: quello va anche bene. Ma ci deve essere poi un turismo che possiamo dunque definire soft, anche nei biotopi, dobbiamo lavorare molto anche sull’educazione ambientale.

L’agricoltura biologica non è inserita chiaramente dal sindaco come obiettivo: che ne pensate?

Bisogna incentivare in quella direzione, dovremmo essere da stimolo anche per questo. Abbiamo un’ emergenza climatica sempre in corso e il comune deve fare il proprio ruolo.

Cultura: Oss Emer le dedica ampio spazio. Che riflessioni portate?

La cultura è stata il nostro faro in campagna elettorale. Alcune cose del documento programmatico sono condivisibili. In giunta, del resto, l’ unica novità come persone è l’ assessore alla cultura, c’è molta attenzione intorno a Morgan Betti. Aggiungerei qualcosa su Palazzo Crivelli: bisogna farlo diventare patrimonio della collettività. Può anche esser fatto rivivere in modo soft, con manutenzione ordinaria e iniziative graduali, che facciano innamorare i cittadini. Poi va valorizzata la rivoluzione dell’acquisto collettivo del castello e della Fondazione Castel Pergine, facendola lavorare con il tessuto sociale e associativo. Sulla biblioteca, che si spera inauguri nel 2021: che sia il fulcro di un ampliamento dell’attività culturale.

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