Pierluigi Negriolli,  arte grafica e pittura  sposano la passione civile 

Il “maestro” di Levico. Dall’insegnamento alle elementari ai libri illustrati fino alle gallerie


Mario Anelli


Levico Terme. Il ricco è secco, quasi scheletrico. La sta raccontando lunga al villico povero e gonfio, coperto di stracci, spiega Pierluigi Negriolli, l'autore.

Tra le mani tiene il suo ultimo lavoro, due figure umane dipinte ad acquerello su carta bianca pesante. Destinato alla mostra autunnale di artisti trentini nella bavarese Kempten. Tema 2020: il vuoto e l'abbondanza. Fin dagli esordi ha immerso i suoi personaggi in definiti contesti sociali, osservati e disegnati con sguardo acuto quanto ironico ed un sorriso un po' amaro.

Il disegno della realtà

«Ho sempre sentito il bisogno di incidere nella realtà e la mia voglia di lottare non è venuta meno». Da disegnatore di fumetti d'arte, illustratore e pittore, con il pennino intinto nell'inchiostro di china nero, i pennelli nell'acrilico o con le matite nere e quelle colorate. «Ho rifiutato una vita creativa programmata, chiaro che la libertà conquistata e praticata ha condizionato tutta la mia vita e le mie ambizioni».

Tra Levico e Rovereto

Sul tavolo del giardino, a Levico dove è nato, dove ha insegnato nelle scuole elementari (ma anche altrove) e dove soggiorna d'estate, mostra alcuni volumi che raccontano il suo lavoro. Iniziato decenni fa e ancora in corso. Entro l'anno uscirà l'ultima edizione dei Racconti di archeologia trentina di Mauro Neri con 15 tavole di Negriolli.

Il suo studio di Borgo Sacco a Rovereto è invece ricolmo di quadri in acrilico, con soggetti di ispirazione storica alcuni, altri legati alla contemporaneità o al rapporto uomo-natura.

Creatività e rigore

Grafica e pittura raccontano la sua forte passione civile, la tensione umana e l'evoluzione artistica.

Quando s'è trovato in sintonia con i valori degli autori, ne ha illustrato i testi. Su temi di valenza universale, pur se ambientati nei secoli scorsi, ma non solo, e in luoghi trentini: la lotta degli umili oppressi dai potenti al tempo della Guerra Rustica (“La rivolta di Castel Ivano“), l'antimilitarismo, la resistenza dei Celti sopravvissuti contro i Romani invasori (“L'ultimo degli Stoni“, testi di Renzo Francescotti) e la conquista dell'autonomia (“Storia della chiesa di Luserna“). La liberazione della donna, tema attualissimo in “Le streghe di Nogaredo“, un processo di stregoneria della metà del 1600 dove il potere civile e religioso decisero la morte di alcune povere donne. Uscì come supplemento al quindicinale Questotrentino e fu un successo per il tema proposto e per l'illustrazione grafica dal segno potente.

Doppia via alla creatività

Il procedimento creativo di Negriolli è complesso. Deve interpretare un testo altrui, cerca di cogliere la scena più importante, «la vedo a colori, mi immedesimo nella situazione che sto illustrando e la interpreto dando forza con il segno sulla carta al valore della rivendicazione e della lotta di liberazione innata nell'uomo di ogni tempo». Sequenza dopo sequenza, ogni tavola ha un'anima propria, ma al termine tutte si legano raccontando per intero la storia.

L'impostazione iniziale avviene nel completo silenzio. Appaiono i primi segni sulla carta, frutto di un lavoro intimo, scava dentro per mostrare fuori. Altra è la forma espressiva della pittura: esplosiva e libera il segno. Sono i due momenti creativi di Negriolli, li vive così.

Una passione innata

Una magia scoperta da ragazzino quella del disegno, leggendo i fumetti illustrati da Dino Battaglia sul Corriere dei Piccoli. Era la serie de “I cinque della Selena“, lo ricorda ancor oggi. Poi anni di sperimentazioni, di osservazione attenta del lavoro dei maestri, molti, ma su tutti predilige Sergio Toppi. Ora «provo quasi un piacere fisico per il mio segno che rimane impresso».

La svolta degli anni Ottanta

Agli inizi degli anni '80 arriva il colore. Il suo Mangiafuoco in “Pinocchio nel mondo“ curato da Piero Zanotto è in acquerello e acrilico, come a colori sono le tavole solcate da linee frantumate per a rappresentare la distruzione portata dalla tempesta Vaia (sarà nello Spazio Klien di Borgo Valsugana nei prossimi giorni). La sua interpretazione della notte, tema scelto nel 2019 dal gruppo trentino de La Cerchia, è una donna in procinto di avanzare, ancora un po' indecisa ma fortemente attratta, verso il Sabba che la attende. Rossa la chioma, tracce rosse nel disegno tra tonalità di blu e violetto.

Rossi e blu colorano la tela titolata “L'assedia”. In basso una gran massa umana tumultua nel tentativo di assediare trascinando a terra il simbolo del potere, una gran sedia, appunto. Tema di oggi e di sempre.

Nella sua prima personale a Levico Terme, nel 1972, colpirono le espressioni drammatiche sui volti di figure stravolte. «Ricordavo a me stesso il risvolto drammatico della vita. Bella nella fanciullezza, ma te la fa pagare, prima o poi».

Dalla scuola all’arte

Allora Negriolli era il “maestrino“ come lo chiamavano, capello lungo e intento ad insegnare ai ragazzini. I suoi ex alunni ricordano che per spiegarsi contestualizzava con disegni sulla lavagna nera. Su carta ne ha regalati a centinaia nel corso degli anni. Ha mescolato creatività e insegnamento. La passione corre, fonda lo studio d'arte Andromeda con Giuliano Bomassar, scultore e Maria Salvati, pittrice. Per creare non una galleria d'arte, ma un punto di scambio e sperimentazione. Realizza scenografie per le rappresentazioni teatrali del Gruppo Neruda, partecipa a molte esposizioni in Italia, in Europa e Oltreoceano, entra nel gruppo di artisti trentini “La Cerchia”. Illustra libri per ragazzi, racconti di autori trentini, raccolte di leggende. E' il lievito della Compagnia d'arte “L'AeroplaninoAdElastico“ a Rovereto e la guida. Nell'atto istitutivo si legge che se il Mart può essere paragonato ad un'astronave interplanetaria, il nuovo gruppo è solamente un aeroplanino di carta, che però vola a sua volta. In autunno porterà a Palazzo Thun di Trento “Il giocoliere di strada”, un acquerello.

Con matite nere, colorate, carboncino e grafite disegna ritratti dal vivo la figlia Eleonora, 21 anni, tiene a dire il padre. Nel frattempo, però, lei frequenta a Rovereto i corsi della Libera Accademia di Belle Arti di Brescia.

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