Pescatori, vasche distrutte danni per 100 mila euro 

Dopo il nubifragio patrimonio ittico messo in salvo a Telve e in Vallagarina ma la produzione di avannotti è ferma e non si sa quando potrà ripartire


di Roberto Gerola


PERGINE. Anche l’Associazione Pescatori Fersina e Alto Brenta di Pergine deve fare i conti con il nubifragio e la piena del torrente Fersina verificatisi a fine ottobre. La corrente impetuosa del corso d’acqua in quei giorni ha distrutto totalmente l’opera di presa realizzata nell’alveo del corso d’acqua a servizio del complesso ittiogenico in località “Caspito”: otto vasche collegate fra di loro e attraversate da una derivazione della Fersina. Vi venivano ospitate le “fattrici” le cui uova erano poi trasportate all’incubatoio di Valscura. Gli avannotti finivano poi nella Fersina e altri corsi d’acqua ma anche nel Lago di Caldonazzo. L’opera dell’associazione guidata da Sergio Eccel era considerata determinante per il ripopolamento della fauna ittica. «Siamo riusciti a salvare quasi tutto il patrimonio ittico - dice Eccel - trasportandolo in parte a Telve e in parte in Vallagarina grazie alla disponibilità di quegli impianti». Tutto è fermo e “vuoto” dalla fine di ottobre e non si sa quando la produzione potrà ricominciare.

Il danno provocato dalle acque della Fersina è stato calcolato in circa 100 mila euro, somma che evidentemente l’associazione non ha. «Stiamo interessando la Provincia - dice ancora Eccel - per venirne a capo. Dai primi colloqui avuti, sembra che l’intenzione di ripristinare l’opera di presa ci sia, anche se il manufatto dovrà essere costruito in una zona un po’ più al sicuro da eventuali piene». Per quanto riguarda il patrimonio ittico presente nella Fersina al momento della piena, pare non abbia subito danni: «I pesci anche in questi frangenti riescono a trovare posti sicuri e solo in minima parte vengono trascinati via dalla corrente. Situazione diversa nel Brenta, dove nei prossimi mesi il patrimonio ittico sarà consistente per la pesca, vista la fuoriuscita di trote dalle vasche e poi finite nel fiume in occasione sempre del nubifragio».

Dell’argomento si parlerà alla ormai prossima assemblea del sodalizio che Sergio Eccel ha convocato per domenica 16 dicembre alle 8.30 nella sala auditorium di via Monte Cristallo. Ma nel corso della relazione, il presidente Eccel parlerà anche dell’annoso problema della Fersina e del suo sfruttamento specie a scopo industriale. Eccel aveva preso parte alle riunioni del “tavolo” istituito specificatamente dall’allora assessore Mauro Gilmozzi con i rappresentanti dei Comuni, della Stet e degli enti agricoli e naturalmente dei tecnici provinciali dei servizi di settore. La riunione di domenica 16 prevede una parte straordinaria con la modifica dello statuto e una parte ordinaria per l’approvazione del bilancio d’esercizio chiuso al 30 ottobre scorso (e le relazioni ad esso collegate); poi l’approvazione del bilancio preventivo 2018/2019, la relazione di gestione, la elezione delle cariche sociali limitatamente alla surroga del rappresentante di Lavarone, con la new entry di Claudio Caneppele, peraltro già collaboratore attivo della direzione.

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