«Panchine e tavoli si facciano in legno, non in cemento»
Calceranica al lago. La riqualificazione del lungolago di Caldonazzo, che sta proseguendo a Calceranica in questi giorni, non soddisfa tutti. Le riflessioni del presidente di Italia Nostra, l’architet...
Calceranica al lago. La riqualificazione del lungolago di Caldonazzo, che sta proseguendo a Calceranica in questi giorni, non soddisfa tutti. Le riflessioni del presidente di Italia Nostra, l’architetto Beppo Toffolon, descrivono l’intervento in modo critico e lo definiscono una snaturalizzazione.
«Dopo aver scavato in fascia lago una trincea lunga centinaia di metri per le robuste fondazioni di un muretto di cemento armato, sormontato da centinaia di metri di un'algida recinzione a stecche di metallo bianco – scrive in una niota Toffolon -, dopo aver steso per centinaia di metri una pavimentazione di graniglia grigio-cemento impastata con resina semilucida, separata dal muretto di cemento da aiuolette bordate con cordoli di cemento, l'amministrazione di Calceranica si appresta a completare l'opera di snaturalizzazione del Lago di Caldonazzo con nuovi tavoli e panchine. Di cemento, ovviamente».
Toffolon si chiede secondo quale criterio «queste monumentali panchine squadrate, del peso di mezza tonnellata l'una, e questi monumentali tavoli squadrati, del peso di una tonnellata e mezzo, dovrebbero armonizzarsi in un luogo in cui, per rispetto del suo carattere naturale (o del poco che ne rimane) gli elementi artificiali dovrebbero ridursi al minimo, per numero, dimensione e massa, ed essere realizzati con materiali naturali».
Il presidente di Italia Nostra si augura che «alla vista della campionatura collocata recentemente sulla spiaggia pubblica al confine con Caldonazzo, qualcuno abbia avuto un sussulto rendendosi conto di quanto quel gruppo scultoreo composto da due tonnellate e mezzo di calcestruzzo di resina e graniglia risulti fuori luogo, al pari del lampione da parco urbano».
La conclusione della critica non si fa illusioni, e Toffolon dice: «L’idea elementare che la bellezza e l'attrattività di un ambito naturale risiedano proprio nella sua naturalità è incomprensibile per chi crede che la valorizzazione dei luoghi sia proporzionale all'impatto paesaggistico delle opere e al relativo costo». M.D.T.